L’ordinamento giuridico italiano ha,nel corso degli anni,garantito varie tipologie di alunni:
– disabili (legge 104/92);
-affetti da disturbi specifici dell’apprendimento DSA (legge 170/2010);
-con A.D.H.D. disturbi da deficit di attenzione e iperattività ( note ministeriali n. 4226 P4/2008, n. 1968/2009, n. 6013/2009, n. 7373/2010 e n. 1395/2012);
-con Bisogni educativi speciali BES ( D.M. 27/12/12).
Com’è noto i disabili a cui viene riconosciuta la legge 104, fruiscono dell’apporto di insegnanti di sostegno con un rapporto variabile secondo la gravità del caso,normalmente 1/1,ma anche 1/2, 1/3 oppure 1/4(spesso dipende,purtroppo, anche dal numero dei docenti di sostegno assegnati a quella scuola). I DSA (discalculia, disgrafia, dislessia, disortografia) saranno trattati ,da parte mia ,in interventi futuri. In questo contributo esaminerò i BES che aprono una nuova, imprevista frontiera sulle carenze di una determinata tipologia di alunni: quelli con svantaggio sociale, culturale, con difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana o con disturbi evolutivi specifici.
La circolare ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 n. 561 sviluppa la Direttiva Ministeriale del 27/12/12 recante “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. In base ad essa, le scuole una volta individuato il “bisogno” dovranno adottare rapidamente percorsi di personalizzazione dell’insegnamento. Insomma ,si allarga notevolmente la casistica in cui si utilizza un Piano didattico personalizzato (Pdp), prevedendo misure compensative e dispensative per gli alunni in difficoltà.Le misure dispensative o compensative sono quelle che si adottano per evitare ulteriori traumi,ad esempio evitare che il dislessico legga ad alta voce davanti agli altri,prove calibrate per non aumentarne il disagio ecc.. Quindi,i consigli di classe deliberano per i Bes un Pdp costruito su obiettivi adeguati al caso, previo consenso della famiglia per l’uso dei dati sensibili. La direttiva include anche i DSA autorizzando le scuole ,in attesa della certificazione ,ad adottare le misure dispensative/compensative di cui sopra. Il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) sostituirà il vecchio GLHI e dovrà entrare in azione da giugno prossimo. Ne dovrebbero far parte insegnanti di sostegno, docenti disciplinari, funzioni strumentali, genitori, esperti interni ed esterni oltre al D. S.
Il gruppo dovrà elaborare il Piano annuale per l’inclusività. Infatti la circolare n. 8 stabilisce che “il gruppo procederà ad un’analisi delle criticità dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operanti nell’anno precedente e formulerà un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per aumentare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo”. Il piano dovrà poi essere discusso e approvato dal Collegio dei Docenti subito dopo e, comunque,prima dell’inizio dell’anno scolastico. I docenti devono motivare e verbalizzare le decisioni assunte, anche per evitare contenziosi,basandole su considerazioni psicopedagogiche o didattiche nel caso di mancata certificazione ma anche su segnalazioni dei servizi sociali o delle stesse famiglie. Le misure dispensative che si applicano per i DSA vanno adottate anche per gli stranieri,proprio perche’,ad esempio ,leggere alla lavagna e non essere in grado di farlo è frustrante per i ragazzi. La direttiva evidenzia che “ogni alunno, con continuità o solo per brevi periodi, può manifestare BES, per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguate e personalizzate risposte”.
Frasi chiare, inequivocabili, forti che ribadiscono il diritto di ognuno ad essere seguito secondo le proprie capacità e possibilità. Nel percorso personalizzato per queste categorie di alunni viene ammessa l’adozione di criteri di valutazione differenziata (non prove d’esame differenziate che sono invece obbligatorie per gli alunni affetti da DSA).
Anche se c’è il rischio che una volta individuati i bisogni, strutturati i GLI, elaborate le modalità didattiche d’intervento, possano mancare le “solite” risorse economiche, non si può negare che questa Direttiva costituisca una novità senza precedenti che impegnerà al massimo nei prossimi mesi i Collegi dei Docenti.
IL D.S.
Giacomo Coco