CALVI R. – Ancora due durissimi colpi (uno della Prefettura di Caserta, l’altro del Tar) si abbattono sulla “Casertana recuperi srl”, con sede in Calvi Risorta, una delle società del “sistema Farzati”, come vengono definite dall’opinione pubblica locale le attività economiche nei delicatissimi settori delle cave e dei rifiuti facenti capo alla famiglia dell’ex coordinatrice dell’ufficio del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, dottoressa Vittoria Farzati, moglie dell’imprenditore Nicolino Iorio. La Prefettura non ha ritenuto di dover aderire alla richiesta della “Casertana recuperi srl” (e quindi della famiglia Iorio-Farzati) per un riesame e aggiornamento dell’informativa antimafia e ha, inoltre, emesso una nuova interdittiva con la data del 12 febbraio 2015.
Naturalmente la suddetta società ha presentato ricorso contro la decisione prefettizia, ma con sentenza numero 4279/2015 depositata in segreteria in data 2 settembre 2015 la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli ha respinto l’istanza e ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese per duemila Euro.
Pubblichiamo in coda a questo articolo la citata sentenza del Tar, che contiene una sintesi molto efficace e interessante dei collegamenti camorristico-mafiosi che hanno giustificato l’emissione anche della nuova interdittiva antimafia (come delle precedenti) a carico della “Casertana recuperi srl”. In particolare, nel documento si fa riferimento ai passati rapporti societari della famiglia Iorio-farzati con Vincenzo Abbate, quest’ultimo esponente di spicco della consorteria criminale di Michele Zagaria, uno dei superboss del “clan dei casalesi”.
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Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it