PIGNATARO M. – “Ci mancava solo lui”: questo lo sconsolato e preoccupato commento di quella parte di opinione pubblica non asservita alla camorra e alla mafia a Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”, alla notizia della scarcerazione di Antonio Raffaele Ligato (nato nel 1984), figlio minore del superboss ergastolano “don Rafele”. Naturalmente, la presenza del piccolo Ligato non è passata inosservata, anche perché si racconta di sintomatici brindisi di bentornato celebrati nei bar locali insieme con parenti mafiosi (Lubrano e “cumparielli” vari) e con i tanti leccapiedi delle cosche che vi sono a Pignataro Maggiore. Insomma, il Natale e il nuovo anno nella “Svizzera dei clan” si annunciano sotto una cattiva stella, con il rafforzamento ulteriore della presenza criminale camorristico-mafiosa, che si coniuga con le ampie e trasversali collusioni della classe politica cittadina.
Non conosciamo i motivi della scarcerazione (temporanea o definitiva) del piccolo Ligato, del quale ci siamo occupati con un articolo pubblicato in data 16 novembre 2015, con il titolo: “CARCERE DURO ANCHE PER ANTONIO RAFFAELE LIGATO, OLTRE CHE PER IL FRATELLO PIETRO E IL PADRE RAFFAELE – IN UNA ORDINANZA E IN UNA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE I MOTIVI DELL’APPLICAZIONE DEL 41 BIS E DEL “NO” ALL’ISTANZA DI SCARCERAZIONE”. Dall’appena citato articolo e dai documenti allegati i nostri pochi ma affezionati lettori possono trarre utili informazioni sulla “carriera” giudiziaria e carceraria del figlio di “don Rafele”.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it