CALVI R./CAPUA – “Violazione dei diritti costituzionali e intimidazione ai danni degli ambientalisti”: è questa, in estrema sintesi, la pesantissima accusa nei confronti della Questura di Caserta contenuta in una interrogazione parlamentare presentata il 5 dicembre 2013, nella seduta numero 147, dalla senatrice del “Movimento 5 Stelle” Vilma Moronese e sottoscritta anche da altri quattordici senatori dello stesso gruppo a Palazzo Madama. Di notevole rilevanza politica il fatto che ben quindici senatori della Repubblica scendano in campo a tutela degli ambientalisti che soprattutto tra Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Sparanise e Capua sono impegnati nella battaglia contro i progetti del gassificatore di Capua e della centrale cosiddetta “ a biomasse” di Calvi Risorta, progetti fortemente avversati dalla popolazione. L’interrogazione a risposta scritta, rivolta al ministro dell’Interno e recante il numero 4-01306, è stata firmata – oltre che da Vilma Moronese – dai senatori Enrico Cappelletti, Francesco Molinari, Vito Claudio Crimi, Ornella Bertorotta, Rosetta Enza Blundo, Gianluca Castaldi (vicepresidente del gruppo parlamentare del “Movimento 5 Stelle”), Daniela Donno, Barbara Lezzi, Giovanna Mangili, Carlo Martelli, Paola Nugnes, Sergio Puglia, Vincenzo Santangelo e Stefano Lucidi.
Pubblichiamo di seguito il testo integrale del documento:
“MORONESE, CAPPELLETTI, MOLINARI, CRIMI, BERTOROTTA, BLUNDO, CASTALDI, DONNO, LEZZI, MANGILI, MARTELLI, NUGNES, PUGLIA, SANTANGELO, LUCIDI – Al Ministro dell’interno – Premesso che:
in seguito a notizie di stampa (“Caleno24ore” ed “Interno18”) si è appreso che la Iavazzi Srl (azienda casertana collegata all’Impresud Srl che si occupa della raccolta rifiuti a Calvi Risorta, in provincia di Caserta) sarebbe intenzionata a costruire una centrale a biomasse nell’area dell’ex Pozzi, un territorio che si estende tra Sparanise e il demanio di Calvi Risorta;
la notizia giunge a seguito del finanziamento di 23 milioni di euro concesso dal Ministero dello sviluppo economico alla Iavazzi Srl per la costruzione di una centrale a biomasse;
al riguardo, in data 7 novembre 2013, si sarebbe dovuto svolgere un presidio presso la Prefettura di Caserta al fine di ottenere risposte dal prefetto sulle prospettive del territorio e sull’opportunità di edificare nuovi impianti, nonché fermare il piano che prevede la costruzione di una centrale a biomasse a Calvi Risorta, un territorio che ha già pagato tanto in termini di devastazione ambientale;
per il presidio erano attesi diversi pullman provenienti dalla provincia di Caserta, in particolare dall’agro caleno, cioè da Calvi Risorta, Sparanise, Pignataro maggiore ed altri comuni limitrofi;
il presidio purtroppo non si è svolto in quanto il questore di Caserta, dottor Gualtieri, il giorno precedente aveva deciso che il corteo (in realtà mai convocato trattandosi di un semplice presidio) dovesse essere vietato e, mobilitando tutte le stazioni dei Carabinieri dell’agro caleno oltre al comando provinciale di Capua, ha fatto pervenire alcune diffide ad attivisti di associazioni;
considerato che, risulta agli interroganti:
le notifiche delle diffide sarebbero state caratterizzate da alcune anomalie, per esempio: a Calvi Risorta i Carabinieri avrebbero consegnato a due persone diffide in bianco ancora da compilare; a Pignataro maggiore i militari avrebbero recapitato ad un minorenne l’atto da firmare ancora in bianco; a Sparanise avrebbero richiesto la firma ad una persona diversa da quella a cui la notifica della diffida era indirizzata, ossia il presidente di un’associazione;
inoltre, la mattina stessa dell’iniziativa, i Carabinieri di Sparanise e Pignataro maggiore si sarebbero presentati nei rispettivi municipi per diffidare i sindaci Sorvillo e Cuccaro dalla partecipazione al presidio e per “biasimarli” per l’appoggio dato ai comitati ed ai cittadini, inoltre avrebbero provveduto a notificare ulteriori diffide alle società di trasporto che stavano organizzando duepullman per il trasferimento della delegazione dei manifestanti;
considerato inoltre che:
in data 15 giugno 2013 il movimento “NoGas” aveva chiamato a raccolta a Capua, per un’iniziativa pubblica, tutto il fronte contrario alla realizzazione del gassificatore; cittadini e movimenti si sono incontrati in piazza dei Giudici per chiedere, a quelle componenti istituzionali che si sono dichiarate contrarie all’impianto, di dare un sostegno più deciso alla battaglia intensificando le pressioni verso sugli organismi competenti;
il dibattito, ampiamente pubblicizzato mediante manifesti murali e volantinaggi ha avuto, come quasi la totalità delle iniziative del movimento, un’estesa risonanza mediatica;
all’iniziativa sono stati invitati a partecipare, oltre ai cittadini, gli esponenti politici ed i sindaci che si erano schierati apertamente contro il gassificatore ed hanno aderito i sindaci di Sparanise, Pignataro maggiore, Vitulazio, Pastorano, Camigliano, Santa Maria La Fossa, la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo, la senatrice Paola Nugnes e Gennaro Oliviero, consigliere regionale;
dell’iniziativa fu data regolare comunicazione, in data 13 giugno 2013, al sindaco di Capua dal signor Valerio De Rosa in qualità di attivista contro il gassificatore e segretario cittadino di Rifondazione comunista. Il 14 giugno il comando di Polizia municipale autorizzava ad occupare piazza dei Giudici per lo svolgimento della manifestazione richiesta;
inizialmente, gli organizzatori avevano fatto richiesta di svolgere il dibattito presso il chiostro dell’Annunziata, ma la Polizia municipale aveva opposto motivazioni di sicurezza, considerata la presenza di parlamentari. Pertanto, dopo un’integrazione alla domanda originaria presentata per iscritto, venne concessa piazza dei Giudici dove effettivamente si è svolta la manifestazione;
successivamente allo svolgimento della manifestazione la questura di Caserta ha denunciato 5 persone, a giudizio degli interroganti arbitrariamente, individuate come organizzatrici dell’evento, per violazione dell’art. 18 del regio decreto n. 773 del 1931, testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, per mancata comunicazione alla questura di Caserta. Nessuno dei 5 denunciati è firmatario della regolare richiesta presentata al comando di polizia;
risulta agli interroganti che nel corso della manifestazione del 15 giugno è stato garantito l’adeguato servizio di ordine pubblico al fine di rendere possibile il regolare svolgimento della manifestazione;
considerato inoltre che, a parere degli interroganti:
l’art. 18 del regio decreto n. 773 del 1931 stabilisce che “I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore”, ma anche che “Con le stesse pene sono puniti coloro che nelle riunioni predette prendono la parola”. Inoltre: “Il Questore, nel caso di omesso avviso ovvero per ragioni di ordine pubblico, di moralità o di sanità pubblica, può impedire che la riunione abbia luogo e può, per le stesse ragioni, prescrivere modalità di tempo e di luogo alla riunione”;
nonostante il dettato normativo l’autorizzazione allo svolgimento della manifestazione è stata concessa, e questa si è svolta pacificamente e regolarmente, mentre soltanto in seguito veniva sollevata l’obiezione di legge imputandola esclusivamente ai suddetti 5 manifestanti e non anche a tutti coloro che avevano preso la parola;
l’episodio narrato ha rivelato una palese violazione del dettato costituzionale, riferito, in particolare, al diritto sia di riunione sia della libertà di manifestazione del pensiero se non addirittura a giudizio degli interroganti un’applicazione di criteri dal forte sapore intimidatorio dato il notorio impegno delle persone denunciate nelle battaglie a difesa dell’ambiente e del territorio,
si chiede di sapere quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di verificare la veridicità di quanto esposto ed in particolare valutare il presupposto fattuale e normativo che ha determinato l’emissione dei provvedimenti limitativi della libertà personale, considerato che con tali atti si inibiscono eventi democratici volti a sensibilizzare la popolazione sui gravi danni alla salute e all’ambiente che determinerebbe la costruzione di una centrale a biomasse e di un gassificatore nell’area provinciale di Caserta”.
Fin qui l’interrogazione parlamentare dei senatori del “Movimento 5 Stelle”. Ora attendiamo la risposta del ministro dell’Interno.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it