VITULAZIO – Ieri sera, intorno alle ore 21, il comandante della stazione dei carabinieri di Vitulazio, il luogotenente Crescenzo Iannarella, libero dal servizio, ha ricevuto una chiamata da don Pietro Lagnese. Il Sacerdote, reggente della Parrocchia “Santa Maria dell’Agnena”, ha segnalato al comandante Iannarella, che sul sagrato della chiesa Madre di Vitulazio, vi era una persona che voleva suicidarsi. Il comandante Iannarella si è recato subito sul posto, dove ha trovato una persona a lui nota, tale Giulio D’Amico, quarantasettenne disoccupato di Vitulazio (fino a qualche anno fa ha lavorato per il consorzio dei rifiuti), che teneva puntato al petto un grosso coltellaccio da macellaio, di circa 40 centimetri. La punta del grosso coltello gli era già penetrata nella pelle e l’uomo aveva le mani sul manico pronto a conficcarselo del tutto nel petto. Riconosciuta la presenza del comandante Iannarella, lo stesso ha cominciato ad agitarsi, chiedendo l’allontanamento del militare e minacciando che, in caso contrario, avrebbe compiuto il gesto insano.
Nel frattempo, il luogotenente Iannarella ha chiesto l’intervento del personale sanitario del 118 e di altri militari dell’Arma che hanno raggiunto il posto. I carabinieri della stazione di Vitulazio, giunti sul posto, hanno fatto allontanare la folla di curiosi che si era accalcata all’esterno della chiesa. Il comandante Iannarella, a questo punto, ha iniziato a colloquiare con l’uomo, cercando di recuperare la sua fiducia, riuscendo a sedersi al suo fianco. Il D’Amico, infatti, ha raccontato la sua lunga storia, dicendo che non riusciva a trovare lavoro e che si sentiva mortificato nella sua dignità di uomo, visto che per cercare di andare avanti, era costretto a vivere di espedienti. Si sentiva abbandonato dalle istituzioni locali, che più volte gli avevano garantito una sistemazione. Riteneva che per questo suo stato non avesse più una ragione di vita.
Da qui ne è nato un colloquio tra il due, durante il quale il luogotenente Iannarella ha cercato in ogni modo di far ragionare l’uomo e, solo dopo un’ora e mezza di colloquio, D’Amico si è tranquillizzato e il comandante è riuscito a togliergli dalle mani il grosso coltello con il quale voleva ammazzarsi. Una volta disarmato, l’uomo è stato accompagnato negli uffici del comando, dove il personale sanitario del 118, gli ha medicato varie ferite riportate. Quindi, dopo averlo tranquillizzato ulteriormente, per fargli acquistare un minino di fiducia in se stesso, è stato accompagnato a casa. La persona, così come dimostrano i verbali dell’arma e gli accertamenti sanitari, è rimasta sempre lucida e non era sotto effetto di alcuna sostanza alcolica o altro.