Nelle ore in cui ha provato a fare la voce grossa con il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, Giorgio Magliocca riesce a incappare in uno strafalcione – secondo tanti internauti e concittadini del Presidente della Provincia di Caserta – proprio in un ambito che dovrebbe essere il suo pane quotidiano: il diritto. L’avvocato Magliocca, infatti, nel pieno dalla campagna politica contro chi in questo momento ha la responsabilità nei piani alti della gestione dell’emergenza coronavirus, ha tentato di giocare la partita del “chi vieta di più” andando ad attaccare sul suo campo preferito lo “sceriffo” De Luca, uno che non si scompone nell’alzare continuamente l’asticella e che ancora in questi giorni declina la gestione dell’emergenza con la sua perenne campagna elettorale -lo dimostrano i soldi spesi per la pubblicità su facebook (clicca sull’immagine). I risultati, almeno secondo chi ironizza sui social, non sarebbero stati dei migliori.
Ma veniamo ai fatti. Il coordinatore provinciale di Forza Italia, nella giornata del 22 marzo, ha emesso una ordinanza di contenimento della diffusione del coronavirus nella quale ad un certo punto scrive: “Potrà muoversi un solo soggetto alla volta per nucleo familiare e, per i controlli da parte dei vigili urbani, si farà riferimento alla prima lettera del cognome del capofamiglia”. L’uso del concetto giuridico di “capofamiglia” e il contesto nel quale è stato utilizzato ha fatto subito saltare sulla sedia in tanti.
Con il termine capofamiglia storicamente si intendeva indicare il membro di un nucleo familiare al quale si riconosceva giuridicamente e socialmente autorità su tutti gli altri componenti. Tale ruolo, in virtù dell’articolo 144 del codice civile, veniva attribuito al marito. La legge numero 151 del 19 maggio 1975 che ha riformato il diritto di famiglia, fortunatamente, ha abrogato questo principio. Perfino l’Istat, a partire dal 1990, ha sostituito la dicitura capofamiglia indicando con l’acronimo IS (intestatario scheda) la persona a cui è intestata la scheda di famiglia anagrafica all’atto di dichiarazione di costituzione della famiglia all’Ufficio Anagrafe.
Il primo cittadino si è difeso sostenendo che in quel caso il termine aveva un significato anagrafico. Tuttavia, le parole di Magliocca non sono riuscite a frenare il disappunto di tante donne e il fiume di ironia e le battute di tanti buontemponi, tra i quali qualcuno ha imputato la scivolata a qualche reminiscenza scolastica dal sapore rétro oppure a quella cultura machista che piace a tanti esponenti della destra sovranista e per niente liberale.
Se non altro, la polemica è riuscita a distrarre la comunità dai pesanti giorni della quarantena forzata anti covid19.
ordinanza numero 27 del 22:03:2020
Red.