BELLONA — Il fiume Volturno sorvegliato speciale. Le campagne che circondano il paese sono allagate, le strade interrotte. Altri punti potrebbero cedere e altre fette di territorio potrebbero finire sott’acqua. La strada provinciale che collega l’Alto Casertano con il Matese e il basso Molise è stata interrotta ieri mattina. Il fiume è gonfio per le abbondanti precipitazioni che da alcuni giorni cadono su tutta la regione e sul vicino Molise dove il corso d’acqua nasce. Se nelle prossime ore le precipitazioni non cesseranno altre zone potrebbero finire sotto l’acqua. Infatti, il Volturno già ieri sera lambiva gli argini in località Quattro Venti. Pochi i pericoli per i centri abitati dell’area che, per fortuna sono quasi tutti situati in zone più alte. Numerose, invece, le aziende agricole in pericolo. Come negli anni scorsi diverse strutture produttive, quasi tutte specializzate nell’allevamento bufalino, potrebbero essere costrette ad evacuare il bestiame. Il comando provinciale del Corpo forestale dello Stato ha allertato i propri uomini impegnati in un monitoraggio costante delle aree a rischio lungo le sponde del Volturno.
Da diversi giorni il corso d’acqua fa paura e tiene in allerta la protezione civile e i nuclei di volontari che collaborano con essa. La polizia stradale, i carabinieri e i vigili urbani dei paesi interessanti sono allertati costantemente. L’eccezionale ondata di piogge ha favorito l’esondazione del fiume in diversi punti: dal «ponte Reale» — ai confini con il Molise — fino a Capua, quindi in tutta la valle del medio Volturno, l’allerta è massima. Stessa situazione alla foce del fiume. La piana di Vairano e quella di Ailano, un vasta fascia fra Pietravairano e Alife e la zona a valle di Piana di Monteverna sono i punti dove solitamente il fiume allaga le campagne circostanti mettendo in seria difficoltà diverse aziende agricole che contano migliaia di capi. Per fortuna si tratta di zone scarsamente popolate e per questo i rischi e i danni si limitano alle colture e alle cose. Il persistere delle cattive condizioni meteorologiche e le copiose piogge hanno fatto gonfiare il Volturno, uno dei più grande fiume d’Italia, che ha rotto gli argini in più punti. La città lungo il Volturno che corre più rischi di tutte è quella di Capua già inondata nel 2005 e precedentemente nel lontano 1965. Prezioso, finora, il lavoro di contenimento attuato dalle dighe di Capriati al Volturno, Ailano e quella di Ponte Annibale, quest’ultima alla periferia di Sant’Angelo in Formis, frazione capuana. Preoccupazione anche a Triflisco, frazione di Bellona, che nl 2010 ha subito una pesante inondazione. Sarebbe l’ennesimo danno per l’economia della zona basata quasi esclusivamente sul turismo.
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