Calvi Risorta, Giovanni Marrocco: “Emergenza sanitaria: gestione della crisi e ruolo dei consiglieri”

Calvi Risorta, Giovanni Marrocco: “Emergenza sanitaria: gestione della crisi e ruolo dei consiglieri”

CALVI R. – Di seguito il comunicato stampa del consigliere comunale di Calvi Risorta, Giovanni Marrocco:

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ho ritenuto utile “allentare” l’attività di controllo politico che il mio ruolo di consigliere comunale di minoranza mi assegna.

Ho ritenuto giusto farlo per dare la possibilità, a questa amministrazione, di affrontare al meglio la crisi in corso, rimandando ai prossimi mesi la gestione di tutti i problemi amministrativi e contabili esistenti, a partire da quel secondo dissesto annunciato a febbraio e poi ritirato in consiglio, grazie ad un “tesoretto” ritrovato per puro caso!

Ma questo non vuol dire affatto che la minoranza debba tacere in questo periodo, specie quando, a mio sommesso parere, gli amministratori gestiscono in modo discutibile l’emergenza da COVID-19.

Ed allora, come amministratore di minoranza, ma anche come medico di base, non posso non dire la mia su questi quasi 2 mesi di gestione straordinaria, da parte del Sindaco Lombardi e degli amministratori di maggioranza.

Gli  aspetti che mi portano a giudicare negativamente il loro operato riguardano sia quello medico-sanitario, sia quello che attiene alla modalità di comunicazione con la cittadinanza.

Ne parlerò in maniera approfondita e dettagliata in settimana, ma per ora mi voglio soffermare su un argomento in particolare, quello dei TEST SIEROLOGICI RAPIDI.

Con determina n. 84 del 7/4/2020, si è provveduto a liquidare la somma di € 7.320,00, a carico del bilancio comunale, “per la fornitura di n. 500 test sierologici rapidi per individuazione del Ceppo Sars Covid-19”. Una spesa che personalmente avrei evitato, destinando queste risorse ad altri utilizzi.

Attualmente ci sono circa 200 laboratori che hanno messo a punto un test rapido per valutare le immunoglobuline deputate alla risposta anticorpale del nostro organismo. Ma la loro sensibilità e specificità è ancora molto bassa, per cui il numero di falsi positivi e negativi è troppo alto. Peraltro, appena 27 di questi sono passati alla seconda fase di valutazione da parte dell’O.M.S.

Attualmente solo con il tampone orofaringeo, che evidenzia la presenza dell’RNA virale, vi è la certezza della infezione da COVID-19. Non esiste ancora, invece, un test affidabile per le immunoglobuline, in modo tale da poter selezionare gli immunizzati e i non immunizzati. In sostanza, affidarsi a test rapidi, in questo momento, non ha nessun valore scientifico e di attendibilità, come dimostrano autorevoli studi. E sicuramente non vanno fatti su larga scala.

Ciò che non condivido è il messaggio che il sindaco fa veicolare sui social.I test rapidi non vanno a confermare se una certa persona è positiva o negativa al Covid 19, ma servonoa capire quanto il virus si è diffuso tra la popolazione, quindi a capire quanta gente è stata contagiata, quante persone hanno sviluppato o meno gli anticorpi. Il dato che si rileva può essere fuorviante, perché bisogna ripeterlo con una certa cadenza.Iltipo di test acquistato dal comune ha un’attendibilità di “circa l’80%”, che a mio parere equivale a zero, poiché i falsi positivi rischierebbero di dare il via libera a persone che in realtà non hanno mai contratto il virus e che si sentono più “liberi” di riprendere una normale attività. Chi se ne assume la responsabilità? Non a caso anche il direttore generale dell’Asl di Caserta, Ferdinando Russo, la definisce “un’azione molto pericolosa. Si possono creare condizioni falsificate che possono disattendere il regime di isolamento e distanza sociale. Le uniche autorità preposte alla gestione sono la Sanità pubblica e le forze dell’ordine”. Sembra chiaro che l’Asl sia intervenuta proprio per fermare i “sindaci fai da te”, come nel caso di Calvi Risorta. Anche dalla Regione Campania ci fanno sapere che  non vi è alcun pronunciamento formale sull’attendibilità dei test.

Questa è peraltro anche la posizione ufficiale dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della Salute (circolare n. 11715 del 3/4/2020).

In un paese come Calvi Risorta, dove non vi è per fortuna nessun focolaio, non c’era alcuna necessità di impegnare una cifra così elevata per l’acquisto di test di dubbia efficacia.

Inoltre, tra diabetici, cardiopatici, pazienti in terapia oncologica o con immunosoppressori, sanitari, forze dell’ordine, addetti alla protezione civile ed altre categorie a rischio, quanti di questi potrebbero fare il test, con un kit limitato di 500 test rapidi, che andrebbero ripetuti più volte sulla stessa persona? Ad oggi sono solo le misure di contenimento quelle atte a ridurre la trasmissione del virus, unitamente all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale ed al rispetto delle norme di igiene diramate dagli organi sanitari.

In conclusione, ci sembra che i 7.320,00 € impegnati su richiesta del Sindaco, siano da considerarsi una spesa prematura e, con ogni probabilità, poco utile per il paese.

Quindi, Sindaco, evita di prendere in giro i cittadini, spregando soldi pubblici per iniziative  che non hanno alcuna validità scientifica, solo per “pavoneggiarti” con i like e i messaggi di ringraziamento.

In questo momento così delicato per la comunità abbiamo bisogno di concretezza e serietà.

Il consigliere Dott. Giovanni Marrocco

Commenta con Facebook