PIGNATARO MAGGIORE – La Regione Campania ha bocciato il progetto per la legalità e contro la camorra dell’associazione culturale “Gruppo sociale La Felicità” di Pignataro Maggiore, i cui componenti – tutti pilastri dell’antimafia – sono o amici o parenti dei fratelli Gaetano e Giuseppe Lubrano (quest’ultimo pregiudicato, già sottoposto a sorveglianza speciale). Figli del defunto capomafia “don” Vincenzo Lubrano, Giuseppe e Gaetano Lubrano sono stati condannati in primo grado per violenza privata con l’aggravante camorristica ai danni del giornalista e scrittore Salvatore Minieri. Del consiglio direttivo del “Gruppo sociale La Felicità” fanno parte il presidente Salvatore Sala (detto “Salvo”), il vicepresidente Giuseppe Ferra, il tesoriere Ida Capuano, i consiglieri Michelina Porcelli e Sofia Castaldo, infine il segretario Angela Valente, moglie di Gaetano Lubrano. Sofia Castaldo è uno degli ingranaggi essenziali del sistema imprenditoriale che fa capo a Mario Turino detto “Fernando”, personaggio assai noto perché da consigliere comunale e assessore della vecchia DC fu rimosso dalla carica con decreto del ministro dell’Interno per rapporti con la camorra; pure “Fernando”, insomma, è un pilastro dell’antimafia in salsa pignatarese.
Il sodalizio aveva chiesto alla Regione un contributo di 24.000 Euro per il progetto denominato “PERCORSI PER UNA CULTURA DELLA LEGALITA’ incotriAMO il paese, le tradizioni, i luoghi”, “ESCLUSO AI SENSI DELL’ART. 6 COMMA 4” che recita: “Sono finanziabili, fino ad esaurimento delle risorse disponibili per l’anno di competenza finanziaria, secondo una graduatoria decrescente, i progetti che abbiano raggiunto un punteggio minimo complessivo pari a 50/100” (pubblichiamo i due documenti regionali). Nella sua istanza alla Regione Campania l’associazione culturale aveva indicato come propri due indirizzi di posta elettronica del Comune di Pignataro Maggiore, dove evidentemente è molto apprezzato l’impegno antimafia dei suddetti soggetti, a cominciare ovviamente da quello della famiglia Lubrano. Ai 24.000 Euro eventualmente concessi dalla Regione Campania si sarebbero dovuti aggiungere 16.000 Euro erogati dal Comune di Pignataro Maggiore, come si evince dalla deliberazione di Giunta comunale numero 106 del 4 luglio 2019, avente ad oggetto: “Richiesta dell’associazione culturale ‘Gruppo sociale ‘La Felicità’ – Approvazione progetto e schema di partenariato – Delibera di Giunta regionale n. 169 del 24-4-2019”, approvata all’unanimità dei presenti (il sindaco Giorgio Magliocca e gli assessori Rossella Del Vecchio e Vincenzo Romagnuolo, assenti gli assessori Gerardo Del Vecchio e Antonio Palumbo). Parte integrante della deliberazione di Giunta comunale tre documenti esplosivi: 1) accordo di partenariato con il “Gruppo sociale La Felicità” firmato il 4 luglio 2019 dal grande combattente dell’anticamorra sindaco di Pignataro Maggiore Giorgio Magliocca, che è anche Presidente della Provincia (e quindi componente del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza) e commissario provinciale di Forza Italia; 2) dichiarazione firmata il 5 luglio 2019 dal presidente della Camera di Commercio di Caserta Tommaso De Simone che voleva essere partner del progetto all’insegna della legalità e della battaglie contro le cosche; 3) due protocolli d’intesa in materia di immigrazione tra il “Gruppo sociale La Felicità” e “Apeiron” – cooperativa alla quale sono stati affidati beni confiscati alla camorra a Pignataro Maggiore – firmati nelle date del 29 gennaio 2018 e del 25 maggio 2018 rispettivamente per l’anno 2018 e per il triennio 2018-2020.
E’ opportuno ricordare che Giuseppe e Gaetano Lubrano, inoltre, sono fratelli del defunto Raffaele Lubrano detto “Lello” (ucciso in un regolamento di conti dal “clan dei casalesi” il 14 novembre 2002), il boss mafioso con il quale Giorgio Magliocca, allora consigliere provinciale di An in carica, ebbe vari incontri alla vigilia delle elezioni amministrative di Pignataro Maggiore del 2002 in cui fu eletto sindaco per la prima volta. Arrestato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica, Giorgio Magliocca è stato assolto in via definitiva “perché il fatto non sussiste” e gli è stato riconosciuto un risarcimento per “ingiusta detenzione” di 90.000 Euro. Ma gli incontri di Giorgio Magliocca con il boss mafioso Lello Lubrano sono stati sempre confermati, in tutte le sedi, inoppugnabilmente.
Si accendono i riflettori della magistratura e della prefettura su Pignataro Maggiore, città tristemente conosciuta quale “Svizzera dei clan”.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it