NAPOLI – Si potrebbe dire che Forza Italia negli ultimi venti anni ha avuto poca fortuna con i propri leader in Campania (e non solo). Dopo le vicissitudini giudiziarie che hanno colpito Nicola Cosentino, la tempesta ancora una volta si abbatte su Luigi Cesaro. Il senatore berlusconiano, già finito negli anni ’80 in una inchiesta giudiziaria sulla camorra, questa mattina (9 giugno) ha visto il suo nome e quello dei tre fratelli – Aniello, Raffaele e Antimo – finire al centro di un’operazione anticamorra condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I carabinieri del Ros, infatti, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di 59 persone (38 arresti in carcere, 18 ai domiciliari, due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e una sospensione dai pubblici uffici) finite nel registro degli indagati con le accuse, a vario titolo, di reati come l’associazione mafiosa, il concorso esterno, la corruzione elettorale, l’estorsione e la turbata libertà degli incanti. L’operazione, tra gli altri, ha preso di mira i clan Puca, Verde e Ranucci, tutti orbitanti nell’area nord di Napoli e in particolare nella zona di Sant’Antimo, feudo politico-imprenditoriale della famiglia di “Giggin a purpett”. Quest’ultimo risulta essere indagato: il Gip Maria Luisa Miranda si è riservato di prendere una decisione in relazione alla posizione del senatore forzista. Ai tre fratelli è andata peggio: Antimo è finito in carcere, mentre Aniello e Raffaele sono ai domiciliari. Nel contempo le forze dell’ordine hanno eseguito anche un sequestro di beni per un valore di oltre 80 milioni di euro.
Red.