PIGNATARO MAGGIORE – A volte la cronaca ci parla del recapito e dello scoppio di un pacco-bomba, noi invece adesso informiamo i nostri pochi ma affezionati lettori di una esplosiva PEC-bomba, quella che ha bloccato l’operazione “Gruppo sociale La Felicità”, l’associazione i cui componenti sono tutti o amici o parenti della famiglia Lubrano (quella del defunto capomafia “don” Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo per l’omicidio Imposimato). Pubblichiamo a parte il testo integrale della mail (appunto una PEC, posta elettronica certificata, che ha lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno) spedita dall’assessore alla Cultura Rossella Del Vecchio e protocollata al Comune di Pignataro Maggiore il 26 luglio 2019. Ecco gli ultimi sviluppi della storia che da due mesi è al centro dei molti articoli della nostra inchiesta giornalistica.
Tutto comincia con la deliberazione di Giunta comunale numero 106 del 4 luglio 2019 con la quale l’Amministrazione pignatarese approva un accordo con il “Gruppo sociale La Felicità” per iniziative all’insegna della legalità e della lotta alla camorra. Alla riunione di Giunta il vicesindaco Antonio Palumbo e l’assessore Gerardo Del Vecchio sono provvidenzialmente (per loro) assenti; presenti ovviamente il sindaco Giorgio Magliocca (felicemente firmatario del partenariato con la suddetta associazione) e l’assessore Vincenzo Romagnuolo, per coincidenza i due che hanno i più intensi rapporti anche di amicizia personale con esponenti del sodalizio culturale. Ma due soli componenti della Giunta comunale non bastano, serve una terza presenza per raggiungere il numero legale: determinante è quindi l’assessore alla Cultura Rossella Del Vecchio che – con il sindaco – risulterà nella citata deliberazione addirittura come la proponente del partenariato con il “Gruppo sociale La Felicità”. Ma evidentemente Rossella Del Vecchio non conosce nulla dell’associazione, si fida ciecamente del sindaco e non ha letto tutte le carte prima di approvare la deliberazione, non sa che tra i componenti del consiglio direttivo del “Gruppo sociale La Felicità” c’è Angela Valente (con la carica di segretario), moglie di Gaetano Lubrano, figlio di Vincenzo Lubrano. Rossella Del Vecchio continua a non sapere niente nemmeno quando la deliberazione e la richiesta di partenariato appaiono all’albo online del Comune di Pignataro Maggiore perché viene omessa (da una “manina”? da una “manona”?) la pubblicazione dei documenti più rilevanti e compromettenti, tra i quali l’atto costitutivo dell’associazione con la clamorosa presenza della signora Lubrano appena riferita. L’omertà regna sovrana a Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”.
Intanto, però, succede qualcosa tra il 4 e il 25 luglio 2019, data quest’ultima in cui l’assessore Rossella Del Vecchio scopre finalmente (o qualcuno glielo fa sapere) chi sono i soggetti Lubrano e lubraneschi del “Gruppo sociale La Felicità”. Sono tante le ipotesi al riguardo, nell’opinione pubblica locale. Una nostra fonte solitamente bene informata su quanto avviene a Palazzo Scorpio ritiene che la soffiata sia partita da qualche dipendente comunale che non ce la faceva proprio più ad assistere all’indecente spettacolo di un programma di manifestazioni cosiddette “anticamorra” affidate alla regia di un’associazione legata alla famiglia Lubrano. Che fare? L’idea sarebbe stata quella di informare Rossella Del Vecchio, sperando in una sua reazione. Un’altra nostra fonte riferisce dello sconcerto e della paura di Rossella Del Vecchio, della consapevolezza del gravissimo rischio che avrebbe corso non appena la prefettura e la magistratura sarebbero venute a conoscenza della vicenda. L’assessore alla Cultura il 26 luglio 2019 rompe gli indugi, non fa una dichiarazione pubblica ma, “come da accordi già presi”, scrive la PEC-bomba al responsabile del servizi amministrativi, dottor Salvatore Vito, chiedendo accertamenti sul “Gruppo sociale La Felicità”. Non lo dice espressamente nella PEC, ma chiede accertamenti antimafia, vuole che il funzionario comunale informi la prefettura in quanto “sono venuta a conoscenza della compagine sociale che, da atto costitutivo, comporrebbe l’associazione ‘Gruppo sociale La Felicità’” (nostra traduzione: c’è la moglie di Gaetano Lubrano). E infatti il funzionario comunale in data 30 luglio 2019 chiede alla prefettura accertamenti antimafia sull’associazione lubranesca, dei cui risultati informeremo prossimamente i nostri lettori; stiamo facendo in merito ancora delle verifiche e sentendo alcune fonti fiduciarie.
A seguito della PEC-bomba di Rossella Del Vecchio si blocca la manovra messa in atto dal sindaco Giorgio Magliocca e dai suoi partner del “Gruppo sociale La Felicità”: non si svolge nessuna manifestazione “anticamorra” con la collaborazione di amici e parenti dei Lubrano. Vero è che la Regione boccia il progetto, non assegna il richiesto contributo di 24.000 Euro; ma il Comune a questo punto (e per forza) non ci pensa nemmeno a erogare i propri 16.000 Euro previsti nella deliberazione di Giunta del 4 luglio 2019 approvata pure da Rossella Del Vecchio. La PEC-bomba, insomma, ha affondato il progetto, anche se restano intatte la gravità della vicenda e, a nostro avviso, la necessità di accertamenti della prefettura e della magistratura. Anzi, la PEC-bomba rosselliana ha reso tali accertamenti ancora più necessari; e, secondo noi, l’assessore alla cultura è diventato uno dei testimoni-chiave dell’incredibile storia. È da tener presente, inoltre, che il “Gruppo sociale La Felicità” ha firmato due protocolli d’intesa in materia di immigrazione con la cooperativa “Apeiron” cui sono stati affidati beni confiscati alla camorra a Pignataro Maggiore e a Santa Maria la Fossa.
Mentre i nostri lettori prendono visione della PEC-bomba di Rossella Del Vecchio, nel mondo politico locale ci si chiede se l’assessore alla Cultura stia meditando di scrivere una lettera di dimissioni (un’altra PEC-bomba) dalla cariche di assessore e di consigliere comunale, sbattendo la porta (politicamente parlando) in faccia a “Rischiatutto”, come è stato ribattezzato dai buontemponi della piazza il sindaco Giorgio Magliocca, alla luce della vicenda del “Gruppo sociale La Felicità” e non solo. Proprio così: “Rischiatutto”.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it