Clamorosa svolta nel “caso Lubrano”: la pec-bomba dell’assessore Rossella Del Vecchio del 26 luglio 2019 è stata disinnescata da una lettera-artificiere inviata dal Comune alla Prefettura il 27 aprile 2020 – Pubblichiamo l’esplosivo documento che ha annullato la richiesta di informazioni antimafia

Clamorosa svolta nel “caso Lubrano”: la pec-bomba dell’assessore Rossella Del Vecchio del 26 luglio 2019 è stata disinnescata da una lettera-artificiere inviata dal Comune alla Prefettura il 27 aprile 2020 – Pubblichiamo l’esplosivo documento che ha annullato la richiesta di informazioni antimafia

PIGNATARO MAGGIORE – Clamorosa svolta nel “caso Lubrano”: a Palazzo Scorpio, sede dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore, dopo la PEC-bomba dell’assessore alla cultura Rossella Del Vecchio ecco che spunta pure la lettera-artificiere per disinnescarla.
Prima di arrivare alla lettera-artificiere (che è un’altra bomba atomica, un documento davvero esplosivo), bisogna fare un riassunto dei fatti precedenti per chi si fosse aggiunto solo adesso ai nostri pochi ma affezionali lettori.
Tutto comincia con la deliberazione di Giunta comunale numero 106 del 4 luglio 2019 con la quale l’Amministrazione pignatarese approva un accordo con il “Gruppo sociale La Felicità” per iniziative all’insegna della legalità e della lotta alla camorra. L’assessore alla cultura vota a favore senza nemmeno leggere le carte, non sa che i componenti del consiglio direttivo dell’associazione sono tutti o amici o parenti della famiglia Lubrano (quella del defunto capomafia Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo per l’omicidio Imposimato). Poi l’assessore Rossella Del Vecchio scopre (o qualcuno glielo fa sapere) chi sono i soggetti Lubrano e lubraneschi del “Gruppo sociale La Felicità” e il 26 luglio 2019 rompe gli indugi, non fa una dichiarazione pubblica ma, “come da accordi già presi”, scrive una PEC-bomba al responsabile dei servizi amministrativi, dottor Salvatore Vito, chiedendo accertamenti sul “Gruppo sociale La Felicità”. Non lo dice espressamente nella PEC, ma chiede accertamenti antimafia, vuole che il funzionario comunale informi la prefettura in quanto “sono venuta a conoscenza della compagine sociale che, da atto costitutivo, comporrebbe l’associazione ‘Gruppo sociale La Felicità’” (nostra traduzione: c’è la moglie di Gaetano Lubrano, figlio di Vincenzo Lubrano). E infatti il funzionario comunale in data 30 luglio 2019 chiede alla prefettura accertamenti antimafia sull’associazione lubranesca.
Per oltre 8 mesi tutto tace. Ma il 9 aprile 2020 viene pubblicato il primo articolo della nostra inchiesta giornalistica e a Palazzo Scorpio si scatena il panico. Il sindaco Giorgio Magliocca il 16 aprile 2020 in una diretta video su Facebook annuncia incomprensibili querele contro i giornalisti Enzo Palmesano (vittima di reato di tipo mafioso) e Salvatore Minieri. Il 26 maggio 2020, nel corso di una drammatica seduta del Consiglio comunale Giorgio Magliocca annuncia che non si ricandiderà alla carica di sindaco alle elezioni amministrative del 2021 e l’assessore alla cultura lo inchioda alle sue pesanti responsabilità per il “caso Lubrano”. Rossella Del Vecchio spara un devastante siluro all’indirizzo del sindaco affermando, nella sostanza, che è stato soltanto lui a volere il partenariato con il famoso “Gruppo sociale La Felicità” e che lei non c’entra proprio nulla con l’imbarazzante vicenda, pur figurando nella citata deliberazione di Giunta comunale del 4 luglio 2019 – appunto insieme con il sindaco – quale proponente dell’accordo “per la legalità” e contro la camorra.
Ovviamente i nostri affezionati lettori adesso desiderano sapere qual è stato il risultato della richiesta di informazioni antimafia inoltrata dal dirigente dei servizi amministrativi comunali, Salvatore Vito, agli organi competenti il 30 luglio 2019, a seguito della PEC-bomba dell’assessore Rossella Del Vecchio. Giorgio Magliocca nella suddetta diretta video del 16 aprile 2020 ha affermato che la prefettura e la “Banca nazionale antimafia” hanno dato il loro (parole sue tra virgolette) “nulla osta” al “Gruppo sociale La Felicità” ed ha aggiunto (sempre parole del sindaco tra virgolette): “Non capisco perché quindi l’Amministrazione non avrebbe dovuto fare questo partenariato con questa associazione”. Tali parole magliocchiane sono una bomba atomica planetaria, a nostro avviso.
Ed eccoci arrivati finalmente, cari lettori, alla lettera-artificiere, che pubblichiamo a parte integralmente assieme all’ormai conosciuta PEC-bomba di Rossella Del Vecchio. La lettera-artificiere porta la firma del funzionario comunale dottor Salvatore Vito, lo stesso che aveva chiesto le informazioni antimafia sul “Gruppo sociale La Felicità” a seguito della PEC-bomba dell’assessore alla cultura. Attenzione alle date: la lettera-artificiere è del 27 aprile 2020, undici giorni dopo la diretta Facebook del sindaco del 16 aprile 2020. Nella lettera-artificiere del 27 aprile 2020, indirizzata alla “Prefettura di Caserta – Area I – Antimafia” Salvatore Vito scrive tra l’altro che “nessuna ipotesi di partenariato tra il Comune di Pignataro Maggiore e la suddetta associazione si è concretizzata” in quanto il progetto non è stato finanziato dalla Regione Campania (notizia di oltre 6 mesi prima), “tanto, ai fini della richiesta indicata in oggetto che si ritiene non più necessaria”. Insomma, l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Giorgio Magliocca (personalmente firmatario dell’accordo con l’associazione legata alla famiglia Lubrano) in data 27 aprile 2020 dice che non desidera più avere le informazioni antimafia sul “Gruppo sociale La Felicità” nonostante la precedente richiesta del 30 luglio 2019. Una lettera-artificiere per disinnescare la PEC-bomba dell’assessore alla cultura. Ma se le informazioni antimafia sono state chieste dal dirigente comunale Salvatore Vito a seguito della sollecitazione di Rossella Del Vecchio, chi è il politico che invece ha eventualmente convinto lo stesso funzionario che quelle notizie non servivano più (per coincidenza dopo l’inizio della nostra inchiesta giornalistica e 11 giorni dopo la diretta Facebook del sindaco)? Nelle carte a noi accessibili quel nome non c’è. Il “giallo” si risolverà solo quando qualche Autorità competente riterrà forse opportuno chiedere al funzionario comunale notizie in merito; e le risposte possono essere solo due: “Ho fatto tutto io, è stata una mia idea. Firmato Salvatore Vito” oppure “Ho scritto quella lettera a seguito delle sollecitazioni di…” (aggiungete voi, cari lettori, il nome del politico locale cui state pensando in questo momento). Nella foto che pubblichiamo – scattata dal giornalista Enzo Palmesano – l’assessore alla cultura Rossella Del Vecchio e il funzionario comunale Salvatore Vito.

Pec-bomba

lettera-artificiere

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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