PIGNATARO M. – Duecentodiecimila euro questa è la somma che il Comune di Pignataro Maggiore ha versato all’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero della diocesi Teano-Calvi a causa dell’occupazione straordinaria – in via temporanea e d’urgenza per un periodo di cinque anni – ordinata dall’Ente di Palazzo Scorpio per un terreno di 1600 mq (segnato in catasto al foglio 10, particella 36) di proprietà dell’organismo ecclesiastico, avvenuta ai tempi della seconda Amministrazione Palumbo e resa esecutiva con decreto n. 8186 del 08/09/1999.
Per l’occupazione avvenuta l’11 ottobre 1999, infatti, il Comune aveva fissato una indennità di 64.220.000 lire, accettata dall’Istituto in attesa di aggiungere le integrazioni previste per legge. Nel frattempo, però, l’Ente di via Municipio non aveva mai perfezionato la cessione volontaria, né adottato il decreto di esproprio e liquidato alcuna somma per l’occupazione temporanea o per la vendita, nonostante avesse realizzato una piazza sul fondo occupato. Inoltre, nonostante l’area non fosse più nella disponibilità dei precedenti proprietari, questi hanno continuato a corrispondere l’Ici al Comune.
A distanza di anni, però, l’Idsc aveva chiesto la restituzione del fondo e la condanna del Comune al risarcimento di tutti i danni, rivolgendosi al Tribunale amministrativo della Campania. La quinta sezione del Tar aveva ordinato al Comune di restituire del fondo (previa necessaria riduzione in pristino, con salvezza degli ulteriori provvedimenti) e lo aveva condannato al risarcimento del danno da occupazione illegittima, “da quantificarsi nella somma pari al 5% annuo del valore venale del bene illegittimamente detenuto da liquidarsi a partire dalla data del 11/10/2004 sino alla restituzione del bene o regolarizzazione della fattispecie, detratto quanto eventualmente già percepito a titolo di indennità di esproprio, oltre interessi legali dalla pubblicazione della sentenza fino al soddisfo”. Inoltre, l’Ente avrebbe dovuto anche corrispondere le spese di lite all’Istituto diocesano (liquidate in 2mila euro oltre oneri accessori).
Alla fine di una lunga trattativa impostata dai legali delle due parti e considerando che il Comune ritiene di non poter procedere alla restituzione dell’area – perché è occupata da una piazza attrezzata – , si è deciso per un risarcimento di 210mila euro che l’Ente di via Municipio ha liquidato con la determinazione numero 545 del 13 agosto 2020 del Servizio amministrativo.
Red.