SPARANISE/PIGNATARO MAGGIORE – Tra i pessimi risultati elettorali delle recenti elezioni regionali della Campania, i vertici nazionali di Forza Italia stanno sicuramente analizzando quello particolarmente catastrofico di Sparanise che in passato era stata una roccaforte del partito berlusconiano. Un tonfo che è un durissimo atto d’accusa per la inesistente strategia politica del coordinatore provinciale di Forza Italia Giorgio Magliocca, traballante sindaco della vicina Pignataro Maggiore e presidente della Provincia. A Sparanise Forza Italia si è fermata ad appena 191 voti, il 5,39 per cento.
A giudizio degli osservatori della politica locale, anche nel mondo giornalistico, la triste fine di Forza Italia a Sparanise è da attribuire alla totale inerzia di Giorgio Magliocca che non ha saputo opporre alcuna resistenza di centrodestra alla marcia trionfale del centrosinistra e in particolare del sindaco sparanisano Salvatore Martiello, quest’ultimo impegnato a raccogliere preferenze per il votatissimo consigliere regionale Giovanni Zannini (lista “De Luca Presidente”), che ha raggiunto addirittura quota 915. Salvatore Martiello e Giovanni Zannini naturalmente hanno cantato vittoria, ma il successo ottenuto sarebbe stato di proporzioni minori se avessero trovato davanti a loro non una facile prateria ma una arcigna contrapposizione politica che il coordinatore provinciale di Forza Italia aveva il dovere di mettere in campo.
Giorgio Magliocca si può comunque consolare non con la politica ma con le personali vicende lavorative che, invece, proprio a Sparanise per coincidenza stanno approdando a un risultato positivo, facendo di lui prossimamente un impiegato del Comune di cui è sindaco lo zanniniano d’acciaio Salvatore Martiello. Giorgio Magliocca (che, come è noto, è un dipendente del Comune di Roma) ha partecipato a un bando di mobilità volontaria del Comune di Sparanise per la copertura a tempo pieno e indeterminato del posto di istruttore direttivo amministrativo categoria D posizione economica D1. Come si evince dai documenti che pubblichiamo, Giorgio Magliocca – unico partecipante per la sua categoria – ha ottenuto il punteggio di 7,55 (“più della percentuale di Forza Italia”, scherzano i buontemponi locali) per quanto riguarda la valutazione dei titoli operata dalla commissione di concorso in data 24 settembre 2020, che ha fissato il colloquio finale per il 22 ottobre 2020, alle ore 16,30, sala consiliare del Comune di Sparanise, nella piazza intitolata a Giovanni XXIII, il celebre Papa dell’enciclica “Pacem in Terris”. Insomma, Giorgio Magliocca che al Comune di Roma faceva le fotocopie per l’allora sindaco Gianni Alemanno ora si prepara a mettere i timbri sulle pratiche del sindaco di Sparanise Salvatore Martiello.
Per Giorgio Magliocca è un bel colpo di fortuna (partendo dalla confinante Pignataro Maggiore) andare a lavorare comodamente a Sparanise invece che a Roma, adesso che – travolto dal “caso Lubrano-Felicità” – è stato costretto ad annunciare di non volersi ricandidare alla carica di sindaco alle amministrative pignataresi del prossimo anno. È di certo arrivata a Sparanise l’eco della notissima vicenda: da sindaco di Pignataro Maggiore Giorgio Magliocca ha firmato in data 4 luglio 2019 un accordo di partenariato per iniziative anti-camorra con il “Gruppo sociale La Felicità”, associazione culturale i cui componenti del consiglio direttivo risultavano essere tutti – nessuno escluso – o amici o parenti della famiglia Lubrano, quella del defunto capomafia (condannato all’ergastolo per l’omicidio Imposimato) Vincenzo Lubrano. Segretario del sodalizio culturale “Gruppo sociale La Felicità” Angela Valente, moglie di Gaetano Lubrano, quest’ultimo figlio del suddetto Vincenzo Lubrano. I fratelli Gaetano Lubrano e Giuseppe Lubrano (pregiudicato, già sottoposto a sorveglianza speciale) sono stati tra l’altro condannati in primo grado per violenza privata con l’aggravante camorristica ai danni del giornalista e scrittore Salvatore Minieri.
Quando è scoppiato il “caso Lubrano-Felicità” Giorgio Magliocca in un primo momento aveva tentato disperatamente di resistere, aveva finanche detto di voler presentare incomprensibili querele per diffamazione a mezzo stampa contro i giornalisti Enzo Palmesano (vittima di reato di tipo mafioso, da sempre nel mirino della potente e sanguinaria cosca Lubrano-Ligato) e Salvatore Minieri. Poi Giorgio Magliocca è stato costretto a gettare la spugna; ora deve andare a lavorare (buon per lui, a Sparanise, non a Roma).
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it