Nel libro di Pierre Saintyves il filo rosso che collega dei pagani e santi cristiani

Nel libro di Pierre Saintyves il filo rosso che collega dei pagani e santi cristiani

I primi secoli del cristianesimo furono caratterizzati da straordinari processi di rielaborazione e traduzione del pensiero e delle consuetudini religiose antiche. I culti pagani, prima di scomparire sotto l’incalzante opera degli evangelizzatori, spesso ebbero modo non solo di confrontarsi ma anche di influenzare la nuova religione: in questo modo vennero forniti alle masse dei fedeli punti di riferimento ben radicati dal punto di vista culturale. Questa singolare serie di processi è analizzata nella fondamentale opera di Pierre Saintyves “I santi successori degli dèi – L’origine pagana del culto dei santi” (Edizioni Arkeios, 155 pagine, 14,50 Euro), libro in cui viene ricostruito il percorso che portò alla nascita e alla diffusione della venerazione cristiana dei santi a partire da radici pagane, fenomeno che influenzerà pure l’incontro tra religioni precolombiane ed evangelizzatori a seguito alla scoperta dell’America con la nascita delle pratiche devozionali afro-caraibiche.
Pierre Sanityves (1870-1935) è lo pseudonimo di Emile Nourry, personaggio poliedrico, editore, folklorista e libraio; fu presidente della Società del folklore francese, direttore della “Revue du folklore français”e della “Revue anthropologique”, nonché Maestro di Conferenze presso la Scuola di Antropologia di Parigi. Il saggio di Pierre Saintyves, dalle cui pagine traspare l’immenso sapere dell’autore, ricostruisce l’origine pagana del venerazione dei santi grazie alla comparazione tra le diverse forme di pratica devozionale popolare, la liturgia ufficiale e l’antico culto degli eroi. L’autore traccia i legami storici che collegano il credo religioso nei primi martiri con quello antico nei confronti dei morti o Mani, analizzando le somiglianze, e molto spesso le sovrapposizioni, tra vecchi e nuovi paradigmi. Il culto dei santi, alla luce del lavoro di comparazione, si configura come una cristianizzazione delle immagini e delle prerogative degli antichi dèi, come avvenne ad esempio al dio egiziano dall’aspetto canino Anubi che divenne San Cristoforo Cinocefalo (cioè dalla testa di cane).
In numerose leggende legate alla vita dei santi vennero immessi frammenti e temi della mitologia legati a divinità ed eroi. Notevolissimo nel libro lo studio comparato in cui vengono analizzate la mitologia dei nomi propri, quella delle immagini e quella dei riti: la prima studia i santi che si collegano direttamente con il proprio nome agli dèi del paganesimo, la seconda analizza la morfologia delle immagini pagane che influenzarono quelle dei santi, la terza esamina i riti pagani sopravvissuti all’interno delle liturgie cristiane e delle leggende agiografiche.
Pierre Saintyves dimostra come i santi possano essere considerati come veri e propri successori degli antichi dèi e come il loro culto abbia indubbie origini pagane. Le similitudini e le analogie spesso non lasciano il campo a dubbi come nei casi di Santa Margherita, Sant’Ippolito, San Menas o per le origini della festa di Ognissanti. Chiaramente gli antichi culti e le antiche consuetudini cessarono di essere pagane nel momento in cui vennero accettati, reinterpretati e assorbiti dalla Chiesa, ma il lavoro di Pierre Saintyves svela – utilizziamo una sua espressione – come dalle sorgenti del culto cristiano «scaturiscono linfe pagane».
Particolare menzione merita pure l’ottimo lavoro del curatore Vittorio Fincati che, oltre ad illustrare le coordinate seguite durante la fase di traduzione, ripropone in una nota introduttiva una interessante riflessione sulle ricerche di Pierre Saintyves su San Cristoforo.

Massimiliano Palmesano

Commenta con Facebook