NAPOLI – Sara è una donna, mamma, moglie, lavoratrice e delegata sindacale della Slc Cgil all’Assist Digital, azienda informatica campana. Sara oggi è una donna felice, che è riuscita a formare una famiglia con la sua compagna di sempre. Sara è stata però anche vittima di stalking per anni, al punto da lasciare Napoli, la sua compagna e la sua famiglia, che sono poi state la sua forza per uscire dall’incubo ed esprimere pienamente il suo essere e la sua condizione. Lei e la sua storia sono tra le protagoniste della campagna “Il nostro impegno per il contrasto alla violenza di genere” promossa dalla Cgil Campania e realizzata dal dipartimento Politiche di Genere per celebrare la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una serie di video testimonianze che, per tutta la settimana, verranno diffuse sui canali social del dipartimento Politiche di Genere e sul sito della Cgil Campania. Storie di chi è stata vittima, ma anche testimonianze di chi alle vittime tende una mano, come Antonella, psicologa e referente del Centro AntiViolenza “Dillo a noi” di San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento.
“Sono 82 le donne finora uccisa in Italia. Otto di queste – ricorda la Cgil Campania in una nota – sono campane. Durante il lockdown le richieste di aiuto al numero verde 1522 sono aumentate del 73 per cento, a dimostrazione del fatto che non per tutte la casa è un luogo sicuro. Quello del contrasto alla violenza di genere è un sistema che si regge su gambe fragili: su finanziamenti pubblici troppo spesso insufficienti e in ritardo oltre che sul lavoro volontario delle operatrici dei centri antiviolenza. Una recente indagine Istat riporta che il 55,5% delle operatrici dei CAV è volontario. In Campania, siamo ancora in attesa di capire che fine hanno fatto i 5 milioni di euro annunciati a giugno per Cav e case rifugio e per l’istituzione del loro registro. L’assenza di un assessore di riferimento – denuncia il sindacato – non aiuta. È necessario individuare al più presto un interlocutore sul tema e agire per attivare i necessari correttivi al sistema. Preoccupa anche il calo del numero dei centri in regione: appena cinque che, senza un adeguato sostegno, difficilmente riusciranno ad andare avanti. Abbiamo apprezzato lo sforzo fatto dalla regione Campania negli ultimi anni sul tema, ma c’è una questione a nostro avviso essenziale per il contrasto al fenomeno: la necessità di un intervento serio e strutturato per l’occupazione femminile, in grado di liberare le donne dalla condizione di dipendenza economica che spesso le caratterizza e troppo spesso le costringe a sopportare una relazione violenta, specie quando in presenza dei figli. La prossima programmazione europea andrà in questa direzione. Gli interventi messi in campo in Campania non possono fare altrimenti. I dati sul gender gap, – evidenzia la Cgil regionale – ci raccontano quanto questo sia un fenomeno trasversale in tutto il Paese: pur protetti dal contratto collettivo nazionale, che quando applicato garantisce uguali condizioni salariali per gli uomini e le donne, durante la carriera la differenza retributiva oltre che di posizione tra i due generi si fa rilevante a causa del peso nella gestione dei carichi familiari. Alle istituzioni – conclude Cgil Campania – la responsabilità di garantire sempre il diritto alla salvaguardia dell’incolumità delle donne che ne hanno bisogno. Con o senza pandemia”.
C.S.