Il senso dell’onore: in un libro la storia del carabiniere che salvò 4000 ebrei

Il senso dell’onore: in un libro la storia del carabiniere che salvò 4000 ebrei

Il titolo del libro di Giuseppe Altamore è “A testa alta” (Edizioni San Paolo, 140 pagine, 18 Euro) e rende bene il valore dell’esperienza di “Massimo Tosti, il carabiniere che salvò 4000 ebrei”. Tuttavia, ci soccorre il ricordo di vecchi militari che quando volevano sintetizzare il motivo ispiratore dei loro sacrifici e del disinteressato amor di Patria ci tenevano a dire – senza retorica – che erano animati da una sola cosa: il senso dell’onore.
E’ il senso dell’onore di un militare quello che emerge da una storia vera contenuta in un voluminoso carteggio ritrovato dalla famiglia dopo la morte dell’ufficiale dei carabinieri Massimo Tosti nel 1976: uomini in divisa che nonostante le leggi razziali e i diktat nazisti difesero gli ebrei nel Sud della Francia occupata dalle truppe italiane. Negli 11 mesi in cui la IV Armata italiana rimase sulla Costa Azzurra e a ridosso della Alpi, fino alla linea del fiume Rodano, si creò una zona in cui gli ebrei trovarono un rifugio sicuro grazie a una rete di salvataggio guidata dal banchiere italo-francese Angelo Donati (di religione ebraica), dal cappuccino padre Pierre-Marie Benoît e dai nostri Carabinieri reali. Tra questi primeggiò il capitano Massimo Tosti, che si adoperò, spesso rischiando la vita, nel facilitare il passaggio dei rifugiati che, da tutta la Francia, accorrevano nella zona controllata dal nostro esercito che venne per questo chiamata la “piccola Palestina”.
L’azione del capitano Massimo Tosti proseguì anche dopo il tragico 8 settembre 1943 nella provincia di Imperia, dove continuò la sua opera di salvataggio degli ebrei che questa volta fuggivano dal Sud della Francia invasa dai tedeschi. Nonostante il suo impegno antifascista, a guerra finita il capitano Tosti rischiò di essere espulso dall’Arma con l’accusa di collaborazionismo. Ma la verità si impose grazie a un documento redatto in terza persona dal suddetto Angelo Donati (personaggio carismatico, depositario di un enorme prestigio a livello internazionale, non solo nel mondo ebraico) che scrisse tra l’altro: “In qualità di capo di una organizzazione ebraica nelle Alpi Marittime creata allo scopo di salvare gli ebrei dalla deportazione, egli ha trovato dal mese di dicembre 1942 al settembre 1943 valido appoggio fra gli ufficiali dell’Arma dei carabinieri e particolarmente nel capitano Massimo Tosti. Il detto ufficiale ha dimostrato senso di comprensione e di umanità, facilitando l’arrivo di circa quattromila ebrei nelle Alpi Marittime (…). Ha nel periodo che ha seguito l’8 settembre 1943 provvisto di falsi documenti un numero importante di ebrei stranieri che avevano attraversato la frontiera per rifugiarsi in Italia e sfuggire alla Gestapo”. Angelo Donati concludeva che il suo scritto è “l’esatta verità” e di averlo affermato “sul suo onore”. Appunto, come si diceva all’inizio: il senso dell’onore.

Red. Cro.

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