A volte tra i lettori di “gialli” – un’autentica setta di innocui e simpatici fissati, alla quale siamo anche noi affiliati – si sente dire che non conta come sia scritto, ma basta che ci sia il colpo di scena. In questo libro di Fabrizio Carcano, “Il mostro di Milano” (Mursia, 472 pagine, 17 Euro), “giallo” a tutto tondo, c’è un ingrediente in più: è scritto molto bene, si fa leggere pure per la bella prosa oltre che per lo sfizio di sapere come andrà a finire. L’autore, Fabrizio Carcano, è nato a Milano nel 1973; giornalista professionista, scrive di politica, di cronaca nera e di pallacanestro per diverse testate nazionali e locali. Con Mursia ha pubblicato sei romanzi ovviamente “noir” con protagonista il commissario Ardigò: “Gli angeli di Lucifero” (2011), “La tela dell’eretico” (2012), “Mala Tempora” (2014), “Ultimo grado” (2014), “L’erba cattiva” (2015) e “Una brutta storia” (2016).
Con “Il mostro di Milano” Fabrizio Carcano inaugura la serie con protagonista il commissario Maspero, un nuovo detective sulla scena del crimine in un “noir” mozzafiato, liberamente ispirato a una storia vera. La trama: Milano, 12 dicembre 1969. Poche ore prima dello scoppio della bomba in piazza Fontana, una monaca viene massacrata fuori da un convento in periferia. Nella città sconvolta dalla strage e dalla violenza politica, un omicida seriale tesse le sue trame contro le donne. Sulle tracce di quest’anima nera c’è solo il commissario Vittorio Maspero che, insieme a un inquisitore del Sant’Uffizio, indaga sul demone senza volto e sui peccati che l’hanno scatenato. E ci vuole una bella fantasia – con la capacità di tenerla credibilmente assieme – ad avere come protagonista di un “giallo” una coppia così variamente assortita, tra sacro e profano, tra reato e peccato, addirittura tra Stato (il commissario) e Chiesa (l’inquisitore del Sant’Uffizio).
Per quanto riguarda i riferimenti alla storia vera, tutti sanno più o meno qualcosa della strage di piazza Fontana; in tanti, invece, ignorano che a Milano nei primi anni Settanta sono state uccise a coltellate undici donne. La convinzione degli inquirenti che parteciparono alle varie indagini e che dietro questa catena di sangue ci fosse un’unica mano: “Il mostro di Milano”, insomma.
Il libro è dedicato “a tutte le donne vittime di violenza maschile. A donne meravigliose come Lucia Annibali e Jessica Notaro, al loro coraggio e al loro esempio”.
Red. Cro.