In un affascinante libro di Sophie Dubois-Collet la storia prende il treno Napoli-Portici

In un affascinante libro di Sophie Dubois-Collet la storia prende il treno Napoli-Portici

Il libro di Sophie Dubois-Collet, “La storia prende il treno” (Add, 252 pagine, 16 Euro), quando fa riferimento all’“Italia su rotaie”, deve per forza richiamare il vituperato Regno delle Due Sicilie. “All’alba del 3 ottobre 1839 – si legge in questo bellissimo volume – la popolazione di Napoli e dintorni si prepara ad assistere a un grande avvenimento. La linea Napoli-Portici, la prima ferrovia italiana, sta per essere inaugurata da Ferdinando II, re delle Due Sicilie. Nessuno vuole mancare a questa nuova pagina di storia che si sta scrivendo. Anche perché, con l’apertura delle linee in Gran Bretagna, in Belgio e in Francia, gli italiani hanno avuto modo di capire che la ferrovia permetterà loro di muoversi più rapidamente e faciliterà anche gli scambi economici”. E’ appena il caso di precisare che all’epoca della suddetta prima ferrovia “italiana” (3 ottobre 1839) il Regno d’Italia non esisteva ancora (bisognerà aspettare il successivo 17 marzo 1861), divisa com’era la penisola in vari Stati; dove nel libro si dice che “hanno avuto modo di capire”, non si trattava degli “italiani” ma dei napoletani.
Quella che abbiamo appena riportata è solo una delle notizie contenute nell’affascinante racconto di Sophie Dubois-Collet: non esiste invenzione umana che abbia trasformato il paesaggio rurale e urbano quanto il treno. La comparsa delle prime linee ferroviarie e delle prime stazioni, all’inizio del XIX secolo, suscita allo stesso tempo meraviglia e perplessità. Qualcuno pensa che il treno non abbia futuro, eppure – come recita il titolo del libro – “la storia prende il treno”: in carrozze spesso simili a salotti, con poltrone di velluto e lampade Art Déco, re, regine e politici adottano decisioni e ricevono visite ufficiali. Vagoni come caveau che trasportano banconote e pietre preziose bottino di epiche rapine, locomotive come armi temibili, talvolta simbolo di libertà e rivolta, ispirazione di pittori, scrittori e registi, i treni ci portano in India, nel Sudafrica dell’apartheid, negli Stati Uniti e nella Vecchia Europa. Alle vicende della principessa Sissi viaggiatrice in incognito, di Edoardo VIII che in treno raggiunge Miss Warfield, nome da nubile di Wallis Simpson, di un presidente francese caduto dal finestrino, di Obama che – seguendo le orme di Lincoln – viaggia da Philadelphia a Washington, si alternano le rapine di Jesse James, la storia del bunker di Hitler, le battaglie di Gandhi, l’ultimo viaggio della Regina Vittoria e di Winston Churchill, fino alle pagine sull’Orient Express e il “Treno azzurro” di Agatha Christie e quelle di Georges Simenon, l’incidente di Dickens, i fratelli Lumière, “Mezzogiorno di fuoco” e i film di Alfred Hitchcock. E, naturalmente, il Regno delle Due Sicilie.

Red. Cro.

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