“Giochi di pazienza”, un “giallo” filologico di Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi

“Giochi di pazienza”, un “giallo” filologico di Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi

Il libro di Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi, “Giochi di pazienza” (Quodlibet, 304 pagine, 19 Euro), è il resoconto di “Un seminario sul Beneficio di Cristo” svolto dai due autori con un gruppo di studenti dell’università di Bologna sul testo religioso più famoso e discusso del Cinquecento italiano. Non una ricerca compiuta, quindi, ma piuttosto gli “errori (in senso sia letterale che figurato) e gli andirivieni della ricerca. Il labirintico alternarsi di ipotesi e di contro-ipotesi, di dissezioni testuali e di opzioni interpretative, finisce col presentare un’immagine del lavoro dello storico alquanto diversa da quella, pulita e asettica, diffusa magari con la complicità dei metodologi più autorevoli. Un’immagine più “sporca”, dove il caso e i presupposti (o i pregiudizi?) ideologici intervengono in maniera imprevedibile nel rigoroso “gioco di pazienza” (evocato dal titolo del libro) dell’analisi testuale e della scoperta erudita. Un vero e proprio “giallo” filologico, sarcastico e autoironico“.
“Giochi di pazienza” è un libro uscito più di quarant’anni fa (1975) e viene ora riproposto da Quodlibet, con l’aggiunta di due postfazioni, a una nuova generazione di lettrici e lettori. Un libro anomalo, come anomala è stata la sua fortuna. Molto criticato dagli addetti ai lavori, con qualche notevole eccezione; dimenticato in Italia, ma tradotto recentemente in spagnolo (Guadalajara, Messico, 2020), ricompare in un momento in cui i seminari a distanza, per via telematica, si configurano nelle università di tutto il mondo come una risposta (che ci si augura provvisoria) alla crisi provocata dalla pandemia. Ma che cos’è, propriamente, un seminario? Come funziona una ricerca collettiva? La proposta che è al centro di questo libro, nato in età pre-elettronica, è più che mai attuale: la “lettura lenta” di un testo potrà, e dovrà, intrecciarsi al velocissimo girovagare negli spazi invisibili della rete.
Quanto sia affascinante questo libro di Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi lo si capisce anche dando solo un’occhiata all’indice. Per esempio: “7. Dove si lascia il bisturi del chirurgo per il coltellaccio da cucina, si parla di valdesiani e di libero arbitrio, s’intravede una linea benedettina e ci si insabbia”, “8. Dove si va in archivi e biblioteche e non si trova niente; si superano alcuni ostacoli con l’aiuto degli studenti del seminario; si discute di libero arbitrio e di predestinazione, di eucarestia e di circoli viziosi, di giochi di pazienza e di giochi di costruzioni, di ossi e di code; e si commettono, a proposito del VI capitolo del Beneficio, errori grossolani che poi vengono corretti”.

Red. Cro.

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