Il libro di Mario Segni, “Il colpo di Stato del 1964” (Rubbettino, 180 pagine, 13 Euro), racconta quella che l’autore definisce – come recita il sottotitolo – “La madre di tutte le fake news”. Questa la versione esposta nel volume: nel 1967, un clamoroso scoop su “L’Espresso” di Eugenio Scalfari a firma di Lino Jannuzzi accusava il Presidente della Repubblica Antonio Segni e il comandante dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni De Lorenzo, di avere organizzato un colpo di Stato durante la crisi di governo del luglio 1964. Nonostante i pronunciamenti contrari del Tribunale di Roma e della Commissione d’inchiesta parlamentare, la gran parte della storiografia e della pubblicistica sposò questa tesi. A lungo è stato raccontato che la democrazia italiana era stata messa in pericolo dal cosiddetto “piano Solo”, una trama eversivo ordito dai vertici dell’Arma dei Carabinieri. Negli anni successivi, una stampa e una cultura sempre più egemonizzate dalla sinistra dipinsero la Democrazia cristiana come un partito “golpista”, pronto ad ogni avventura, persino a coprire e utilizzare “la violenza di Stato” pur di sbarrare la strada alla crescente avanzata del Partito comunista. Nulla di tutto questo è vero. È stata una gigantesca fake news, la prima nella storia repubblicana, e forse la più imponente. Non ha semplicemente descritto la storia in maniera sbagliata; ha inventato fatti non veri, ha convinto gran parte della pubblica opinione che era stata messa in atto un’eversione in realtà mai esistita, ha dipinto come golpista un partito che, pur con errori e difetti, ha garantito la stabilità democratica del nostro Paese nell’epoca della Guerra fredda. Questo libro, che si avvale di un’esclusiva documentazione inedita, intende quindi smontare i falsi racconti della storia di quegli anni, contribuendo a riscriverla con il rispetto della verità dovuto all’opinione pubblica.
L’introduzione è di Agostino Giovagnoli, che scrive tra l’altro: “Quello del 1964 fu vero golpe? Mario Segni dimostra punto su punto che le prove del ‘golpe’ sono state fin dall’inizio molto deboli per non dire inesistenti, che le sentenze della magistratura – comprese quelle favorevoli ai sostenitori del ‘colpo di Stato’ – ne hanno negato l’esistenza, che tutti i principali protagonisti politici e militari – di diverse posizioni e orientamenti – lo hanno smentito, che i giornali dell’epoca raccontano una crisi del luglio 1964 senza ‘golpe’, che chi lo denunciò ha successivamente ritrattato”.
Mario Segni (figlio del defunto presidente della Repubblica Antonio Segni), politico e docente universitario di Diritto, è stato leader del movimento referendario negli anni ’90. Per Rubbettino ha raccontato la sua esperienza nel libro “Niente di personale. Solo salvare l’Italia” (2010).
Red. Cro.