Il “noir” di Lucio Figini, “L’educazione può uccidere” (Edizioni del Capricorno, 208 pagine, 12 Euro), racconta un’odissea thriller fra Torino e Sestri Levante: un tranquillo paesaggio quotidiano che all’improvviso si trasforma in incubo. Un romanzo duro, psicotico, spiazzante, più reale del reale. Ecco la trama: tutto sembra (quasi) perfetto per Ulisse – marito della bellissima Sara e padre della preadolescente Maia – educatore professionale alla Maddalena, un centro residenziale-assistenziale in cui sono ospitati ragazzi e adulti con patologie psichiatrico-comportamentali. Poi, d’improvviso e senz’alcuna ragione apparente, la moglie scompare. Tutto fa pensare a una banale storia di tradimento, ma le ore passano, Sara non torna e alcuni indizi (i vestiti trovati sulla spiaggia, i messaggi sul cellulare di una collega) fanno pensare a qualcosa di ben più drammatico. La polizia inizia a sospettare di Ulisse, che in pochi giorni si trasforma da marito amorevole in ricercato per il possibile omicidio della moglie. Ulisse, in compagnia di Maia, è costretto a scappare, a cercare di scoprire da solo la verità nascosta dietro la scomparsa di Sara, in una spirale d’azione sempre più serrata, convulsa e violenta.
Un romanzo (pubblicato nella collana “Piemonte in noir”) che si fa leggere con piacere, scritto con parole come queste: “Pensavo di conoscere Sara, ma nessuno comprende davvero un’altra persona. Conosci il suo corpo quasi fosse il tuo, se sei fortunato afferri se i suoi sorrisi sono sinceri, se sei molto fortunato intuisci anche se gli orgasmi lo sono, dopo anni, tanti anni, puoi arrivare ad afferrare al volo la sua tristezza, gioia, preoccupazione, ma tutto si ferma a questo. Il suo mondo resterà nascosto per sempre. E questo è un bene, quasi sempre almeno. Finché scopri che tutto quel mistero, che ti ha sempre affascinato, ora è diventato il primo dei tuoi problemi”.
L’autore, Lucio Figini, educatore professionale, lavora da venticinque anni in ambito sociosanitario e psichiatrico, scrive da sempre, pubblica dal 2001, in particolare “noir” e thriller. Tra le sue passioni: la lettura, l’orologeria, il pianoforte, il cinema, le passeggiate in solitaria. Fra i suoi romanzi: “FolleMente” (Cicorivolta edizioni 2014), finalista al premio nazionale Sanremo Writers 2016, “Michelangelo il giostraio” (Cicorivolta edizioni 2015), finalista al premio letterario nazionale Carlo Piaggia, “La bambina del mare” (Fanucci 2017), “La morte è una convinta democratica” (Bookabook 2020).
Red. Cro.