Il libro-inchiesta di Antonio Preziosi, “Il Papa doveva morire” (Edizioni San Paolo, 240 pagine, 22 Euro), racconta – come recita il sottotitolo – “La storia dell’attentato a Giovanni Paolo II”. Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a Papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. A quarant’anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell’attentato. L’autore racconta alcune testimonianze dirette (come quelle di suor Letizia Giudici che “arrestò” il terrorista Ali Agca o del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa) e tantissimi dettagli ricordati dal cardinale Stanislao Dziwisz – già segretario personale del Papa – e da tanti altri testimoni. Il racconto coinvolge il lettore come in un “film” che ha una duplice regia: una umana (i mandanti ancora oscuri dell’attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita a quel Papa che quel giorno “doveva morire”). Scrive tra l’altro monsignor Rino Fisichella nella prefazione: “In questo contesto, Preziosi non si stanca di analizzare nei particolari tutti gli elementi che emergono dai dossier e dalle testimonianze, cercando di trovare anche nelle molteplici coincidenze una traiettoria per comprendere un piano più ampio di quello descritto dalle cronache. A questo tuttavia aggiunge una visione spirituale che arricchisce non poco queste pagine così dense. D’altronde era stato proprio Giovanni Paolo II a voler imprimere a questo evento una lettura di questa intensità. Non avrebbe potuto essere diversamente: ‘Una mano ha voluto uccidere; un’altra mano ha deviato il colpo mortale’”.
L’autore, Antonio Preziosi, è giornalista, saggista e scrittore; attualmente è direttore di Rai Parlamento. A lungo corrispondente del servizio pubblico da Bruxelles, ha svolto per anni l’incarico di inviato speciale seguendo i principali avvenimenti di politica interna e internazionale. Ha diretto Radio Uno, Giornale Radio e Gr Parlamento. Studioso di questioni religiose e vaticane, è stato anche Consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
Red. Cro.