Il romanzo di Claude McKay, “Romantica Marsiglia” (Pessime idee, 166 pagine, 17 Euro, traduzione di Anna Mioni, prefazione di Roberto Saviano), scritto nel 1945 e rimasto inedito per più di 90 anni, è ispirato a una storia vera. L’editore di McKay si rifiutò di pubblicarlo per i temi trattati (omosessualità, razzismo e disabilità). Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta negli USA nel febbraio 2020 dalla Penguin Random House. È la storia di uomo che McKay conosce a Marsiglia, tale Nelson Simeon Dede, un nigeriano che viveva nella comunità dei marinai e scaricatori di porto. Dede negli anni ‘20 si era nascosto clandestinamente in un piroscafo diretto a New York; venne scoperto e imprigionato in un bagno così freddo da congelargli le gambe. Una volta a New York gli vennero amputati gli arti inferiori, ottenne un risarcimento e fu rimandato e incarcerato a Marsiglia. Nel romanzo Dede avrà lo pseudonimo di Lafala, un marinaio nato in un paesino dell’Africa occidentale, con una grande passione per il ballo. Lafala, diversamente da Dede, grazie all’amputazione delle gambe diventerà ricco per via del grosso risarcimento avuto dalla compagnia navale. Lafala tornerà a Marsiglia per amore e questo gli costerà tutta la sua fortuna. La compagnia navale, non avendo dimenticato dell’ingente somma pagata al clandestino nero, cospirerà con la politica francese per imprigionare il marinaio. Con questo romanzo McKay affronta le condizioni sociali di perenne schiavitù dei neri, tratta il binomio povertà-economia capitalistica e tocca anche il tema dell’omosessualità.
La Los Angeles Review of Books ha paragonato “Romance in Marseille” a grandi classici americani come “Santuario” (1931) di William Faulkner e “Il postino suona sempre due volte” (1934) di James M. Cain. “Un’interessante scoperta per un autore che, quando morì nel 1948, aveva visto andare fuori stampa tutte le opere che aveva pubblicato in vita, compresi quattro volumi di poesie, tre romanzi, un’autobiografia e un grande saggio sulla vita dei neri a Harlem. Gran parte della sua eredità letteraria è ancora sottovalutata”, ha sottolineato il New York Times.
Claude McKay (1889-1948), poeta e scrittore bisessuale afroamericano di origini giamaicane e parte del movimento degli anni Venti dell’Harlem Renaissance, scrisse diversi romanzi tra cui: “Home to Harlem” (1928), un best seller che vinse l’Harmon Gold Award for Literature, “Banjo” (1929), e “Banana Bottom” (1933). McKay fu autore molto attento e sensibile a diverse tematiche, tra cui l’emancipazione sessuale, l’autodeterminazione delle persone di colore e la liberazione da costrizioni sociali, soprattutto nell’ambito artistico-culturale. Fu inoltre autore di una raccolta di racconti, “Gingertown” (1932) e di due libri autobiografici. Il suo libro di poesie, “Harlem Shadows” (1922), fu tra i primi pubblicati durante l’Harlem Renaissance.
Red. Cro.