Un libro di Cristina Dell’Acqua su “Ulisse, Circe e i legami che rendono liberi”

Un libro di Cristina Dell’Acqua su “Ulisse, Circe e i legami che rendono liberi”

Il libro di Cristina Dell’Acqua, “Il nodo magico” (Mondadori, 144 pagine, 17 Euro), ci parla – come recita il sottotitolo – di “Ulisse, Circe e i legami che rendono liberi”. L’autrice torna a sondare il mondo classico a caccia di domande e risposte che illuminino anche il nostro presente: “In questo nuovo viaggio ci guideranno la fantasia di Omero, le donne, gli amici, le anime che Ulisse incontrerà e il nodo intricato e magico, che scopriremo legato a doppio filo a noi. Per ricordare, oggi e sempre, che nei legami è riposta la nostra libertà”.
Possono i legami renderci liberi? Sì, se sono fatti di nodi magici, direbbe Omero. Per pochi istanti, in pochi versi dell’ Odissea, Omero ci presenta un vero nodo ed è quando Arete, madre di Nausicaa e regina dei Feaci, dona a Ulisse, prima del suo ultimo viaggio verso Itaca, uno scrigno pieno di tesori e lo prega di legarlo saldamente. Quello che Ulisse esegue è un nodo che gli ha insegnato molti anni prima la maga Circe, c’è quindi da scommettere che si tratti di un nodo magico. Il nodo di Circe non è un nodo qualsiasi, è femminile, perché si scioglierà grazie alle donne incontrate, è desmòs, dal verbo deo che significa legare, poikilos, complesso, come è la vita, colorato, variopinto, come sa renderlo la maga. Il nodo è l’essenza dei legami profondi, è una saldatura invisibile, ci tiene stretti all’altro, ma non è prigione. I legami veri non possono che essere un dono di libertà, di cura, di attenzione, di ascolto dell’altro.
Questo bel libro di Cristina Dell’Acqua parla dunque di Ulisse e dei suoi legami. Nel suo lungo viaggio di ritorno da Troia, è uomo vittorioso, ma solo; non più un eroe ma un naufrago,  il senso e la direzione non sa più dove siano. Saranno alcuni incontri speciali ad aiutarlo a ritrovare una forza che non è scritta in nessuna guerra. Nausicaa, Circe, Calipso, Penelope, Anticlea, Atena sono le figure che lo guidano in un percorso che non è solo un ritorno a casa, ma una sorta di mappa della sua educazione sentimentale. Il ritorno di Ulisse è costruito sui nodi dell’amore, dell’amicizia e dell’ospitalità ma anche del dolore e della nostalgia, fondamenta indispensabili per la ricostruzione della memoria di chi è stato e di chi diventerà. Al pari di Ulisse, tutti noi siamo le nostre relazioni.
Cristina Dell’Acqua è laureata in Lettere classiche all’Università degli studi di Milano, insegna latino e greco ed è vicepreside al Collegio San Carlo di Milano. Da sempre appassionata di sperimentazione didattica, si è specializzata in Arts Integration ad Annapolis (Usa). E’ coautrice di “Il futuro è antico. L’uso del teatro classico nell’eduzione e nella formazione” (2011) e autrice di “Una Spa per l’anima. Come prendersi cura della vita con i classici greci e latini” (Mondadori, 2018). Da diversi anni è organizzatrice di incontri di lingua e cultura greca per adulti appassionati.

Red. Cro.

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