Sparanise passa dalla promessa di 700 posti della centrale termoelettrica ai pacchi di alimenti per gli indigenti

Sparanise passa dalla promessa di 700 posti della centrale termoelettrica ai pacchi di alimenti per gli indigenti

SPARANISE – Quando era in corso la mobilitazione popolare dei cittadini di Sparanise e dell’Agro caleno contro la centrale termoelettrica, tutti ricordano che i politici corrotti dell’epoca, i giornalisti venduti e gli scagnozzi della camorra misero in giro la voce che con il disastroso insediamento si sarebbero risolti tutti i problemi occupazionali, con la creazione di settecento posti di lavoro; si sarebbe realizzato il paradiso in terra dell’abbondanza e della ricchezza. E mentre gli attivisti anti-centrale più noti venivano isolati dalle minacce del “clan dei casalesi” e dalla repressione operata dai cosiddetti tutori dell’ordine contro il dissenso politico e sociale, la gente si dovette arrendere all’aggressione all’ambiente e alla salute in cambio della semplice promessa – alla quale nessuno credeva davvero – di posti di lavoro fantasma. La verità vera è che a Sparanise c’era e c’è la dittatura militare della camorra. La centrale è il risultato di un patto scellerato tra politica e camorra, all’ombra del silenzio dei giornalisti appecoronati.

Prima, però, di arrivare al motivo di questo articolo, vogliamo pure sottolineare che i giornalisti sedicenti anticamorra che ora attaccano il molto onorevole Nicola Cosentino, esponente di spicco del PCC (il Partito del Clan dei Casalesi), ma solo adesso che è finito nella morsa di valorosi magistrati, all’epoca invece suonavano la grancassa per la centrale termoelettrica cosentiniana, mentre i loro giornali incassavano soldi a palate con le inserzioni pubblicitarie. Questi giornalisti anticamorra in ritardo, anche quelli non corrotti, sono peggio di Cosentino. E vale la pena ricordare che lo stesso Cosentino, personalmente, faceva pressioni ai danni di giornalisti non asserviti affinché fossero censurati i loro articoli contro la centrale termoelettrica e contro gli interessi della camorra nell’insediamento.

Ma veniamo alla ragione di questo articolo. Vogliamo informare i nostri (pochi) lettori che a Sparanise, la città che – secondo le menzogne dei politici corrotti dell’epoca, dei pennivendoli e dei mafiosi – sarebbe dovuta diventare il “Paese di Bengodi” grazie alla centrale termoelettrica, in realtà è nella tenaglia della disoccupazione, del disagio economico e sociale e addirittura della povertà. Basta leggere il seguente comunicato stampa diffuso dalla attuale Amministrazione comunale di Sparanise (siamo ormai ridotti ai pacchi di viveri per i poveri), come riportato da vari siti Internet (noi lo riprendiamo da www.caleno24ore.it): “Inizia a prendere corpo – si legge nel comunicato – l’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mariano Sorvillo, che mira ad attenuare, per quanto possibile, le difficoltà del quotidiano che interessano le fasce meno abbienti dei residenti sul territorio comunale. A tal proposito, il responsabile del settore amministrativo ha reso noto che sono state presentate 112 domande per la distribuzione di prodotti alimentari ai nuclei familiari in difficoltà. Adesso l’ufficio politiche sociali procederà alla fase istruttoria che prevede il vaglio di tutte le domande presentate e, una volta accertato il numero di aventi diritto, si procederà alla composizione dell’apposita graduatoria che precederà la fase di distribuzione. L’iniziativa, fortemente voluta dalla presidente del consiglio comunale Antonella Lo Greco, con il ‘Programma di lotta alla povertà’, punta ad offrire un sostegno concreto alle persone indigenti, attraverso la distribuzione di pacchi di generi alimentari. ‘La crisi economica richiede un maggiore impegno a favore di chi è in difficoltà – ha detto Antonella Lo Greco – e l’amministrazione Sorvillo, sta facendo, con sensibilità, tutto quanto è possibile per venire incontro a tali esigenze. Se tutto procederà secondo la nostra tabella di marcia, i primi pacchi del Banco delle Opere di Carità saranno consegnati in occasione delle prossime festività natalizie’”.

Fin qui il comunicato stampa dell’attuale Amministrazione sparanisana. Da parte nostra non possiamo che concludere auspicando una devastante e salutare retata di politici dell’epoca, camorristi e quant’altri coinvolti nello scandalo della centrale termoelettrica, consapevoli del fatto che dell’inchiesta si stanno occupando valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, uomini dello Stato che non si fermano davanti a nessun santuario (nemmeno dove officia il Gran Sacerdote Nicola Cosentino, coi suoi chierichetti sparanisani). Sono persone intelligenti, questi magistrati, e forse saranno presi dalla curiosità di conoscere – se non fosse altro, per cominciare, a fini semplicemente statistici – quale sia stato il numero delle informative allora inviate alle varie Procure dai cosiddetti tutori dell’ordine a carico rispettivamente dei soggetti coinvolti nell’affare della centrale e a carico degli ambientalisti che, al contrario (come i giovani del centro sociale “Tempo rosso” della vicina Pignataro Maggiore), protestavano nel vano tentativo di scongiurare l’insediamento dell’eco-mostro. Se l’attenzione di tali tutori dell’ordine è stato maggiore contro gli ambientalisti, che non contro i camorristi, c’è qualche problema a Sparanise. Anzi, c’è del marcio. E bisogna indagare, quindi – qualora ne ricorrano le condizioni – pure sui cosiddetti tutori dell’ordine.

La storia dei pacchi viveri per i poveri nel paese della centrale termoelettrica è tanto grave che ci aspetteremmo una iniziativa dei consiglieri comunali più sensibili per la convocazione di un consiglio comunale “aperto” ai cittadini per discutere dello scandalo politico, sociale e morale in atto. Invitando al Consiglio comunale anche il personale di polizia giudiziaria che sta egregiamente collaborando con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, in materia di centrale termoelettrica, per eventuali verbalizzazioni. Ammesso che qualcuno parli; e quindi omertà e paura permettendo.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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