Il libro di Emmanuel Lévinas, “Totalità e Infinito” (Jaca Book, 320 pagine, 29 Euro, traduzione di Adriano Dell’Asta), è uno dei testi di filosofia più conosciuti degli ultimi decenni e senza dubbio l’opera più famosa di questo importante pensatore. Sottotitolo: “Saggio sull’esteriorità”. In questo complesso, difficile volume del 1961 – qui pubblicato con un testo introduttivo di Silvano Petrosino – il pensiero lévinassiano trova la sua prima, e per certi aspetti definitiva sistemazione; dal punto di vista tematico “Totalità e Infinito” è infatti un’opera conclusiva in cui Lévinas ha formulato l’essenziale della sua proposta filosofica.
Le tesi avanzate dal saggio sono ormai diventate patrimonio comune nell’attuale panorama filosofico: l’essere come anonima esistenza, essere muto ed impersonale, l’io come godimento ed identificazione, interruzione del flusso verbale dell’essere e possibilità dell’appropriazione, la presenza dell’assolutamente altro nel volto degli altri, il volto come espressione dell’unicità e testimonianza di una esteriorità e molteplicità irriducibili, l’etica come luogo dell’esteriorità, luogo della verità in cui l’irriducibile è attivo al di là di ogni caricatura e misconoscimento, la soggettività umana come l’Altro nel Medesimo e come testimonianza etica. La pretesa di “Totalità e Infinito” è la pretesa stessa del pensiero di Lévinas: non si tratta di proporre un’etica come corpus di valori, o di analizzare le conseguenze etiche di una particolare filosofia prima, e neppure di rivolgersi all’etica come unico ambito di riflessione rimasto dopo i proclamati fallimenti di ogni possibile metafisica, ma di individuare nell’etica il luogo stesso della verità metafisica, la scena del dispiegarsi vivente di questa verità. Al di là di ogni facile strumentalizzazione e di ogni colpevole ingenuità, è con una simile pretesa che il lettore di “Totalità e Infinito” è chiamato a confrontarsi.
Emmanuel Lévinas nasce a Kaunas, in Lituania, il 12 gennaio 1906. Studia alle Università di Strasburgo e di Friburgo in Brisgovia, e successivamente insegna alla Scuola Normale Israelita Orientale di Parigi (1946-1961) e alle Università di Poitiers (1964- 1967), di Paris-Nanterre (1967-1973) e alla Sorbona (1973-1976), dove resta come professore emerito fino al 1979. Muore a Parigi il 25 dicembre 1995. Tra le sue opere principali ricordiamo: “La Théorie de l’intuition dans la phénoménologie de Husserl” (1930), “De l’existence à l’existant” (1947), “Le Temps et l’Autre” (1947), “Difficile liberté” (1963), “Autrement qu’être ou au-delà de l’essence” (1974), “De Dieu qui vient à l’idée” (1982), “Dieu, la Mort et le Temps” (1993). Su Lévinas, presso Jaca Book, è uscita la biografia di Salomon Malka “Emmanuel Lévinas. La vita e la traccia” (2003).
Red. Cro.