I rituali cosmico-agrari in una suggestiva analisi del ricercatore indipendente Massimiliano Palmesano: successo per l’iniziativa culturale del “Museo della civiltà contadina e artigiana” – Il presidente Giovanni Nacca annuncia altri incontri

I rituali cosmico-agrari in una suggestiva analisi del ricercatore indipendente Massimiliano Palmesano: successo per l’iniziativa culturale del “Museo della civiltà contadina e artigiana” – Il presidente Giovanni Nacca annuncia altri incontri

PIGNATARO MAGGIORE – Un’importante iniziativa culturale del “Museo della civiltà contadina e artigiana”, che ha sede in via Partignano a Pignataro Maggiore, ha avuto un forte significato sociale e civile perché in data 10 luglio 2021 ha fatto vivere una serata – contrassegnata dalla presenza di tante persone e salutata da molti applausi – in cui si è abbattuto il muro della pandemia, della paura e dell’abbandono. Il segnale di un nuovo inizio, come ha sottolineato il presidente del Museo, Giovanni Nacca, annunciando le prossime iniziative unitamente al presidente onorario Bartolo Fiorillo e ai componenti del consiglio direttivo Alfredo Aurilio, Pasquale Borrelli, Antonio D’Angiò, Giovanni Di Feola, Margherita Giuliano, Pietro Marcello, Alessandro Martone, Giuseppe Martone, Tommasino Rotoli e Antonio Vendemia.
Protagonista di questa prima manifestazione Massimiliano Palmesano, ricercatore indipendente che sta aprendo nuove strade di ricerca sulle tracce degli antichi campani, con particolare riferimento al mondo contadino e al sacro. Massimiliano Palmesano (in costume da antico osco, con Rossella Sorvillo) ha tenuto un seminario sul tema: “Gesti, parole e suoni nei rituali cosmico-agrari”, suonando anche vari strumenti musicali per creare le atmosfere di una civiltà contadina che fa sentire ancora la sua presenza in parole, memorie, credenze religiose, abitudini consolidate, dopo che per millenni è stata l’essenza della nostra gente. Il mito, il culto, il lavoro, l’organizzazione politica dei nostri antenati (dai cacciatori-raccoglitori alla rivoluzionaria scoperta dell’agricoltura) ci parlano pure oggi, come ha sottolineato il relatore sulla scorta di una suggestiva analisi storica e linguistica: non tutto è andato perduto, restano “fossili viventi” che sono patrimonio della nostra identità collettiva, del nostro modo di essere e di pensare. Così gli antichi campani sono nostri contemporanei, come insegna la grande lezione di studiosi che Massimiliano Palmesano (tra l’altro, collaboratore del quotidiano online www.caleno24ore.itcon recensioni librarie) ha chiamato sostegno della sua originale lettura della civiltà contadina: Mircea Eliade, Carlo Ginzburg ed Emile Benveniste sopra tutti.
Il tempo della manifestazione è volato. Alla fine dell’incontro sono rimasti i capannelli per commentare la serata, per promettere di non perdersi di vista, di augurare successo anche alle prossime iniziative del “Museo della civiltà contadina e artigiana”, che speriamo siano organizzate al più presto, già questa estate. La cultura è un elemento essenziale affinché sia possibile guardare al futuro con speranza, per sé stessi, per Pignataro Maggiore e per l’intera Terra di Lavoro.

Red. Cro.

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