“Il tango”: quattro conferenze in un libro del grande scrittore Jorge Luis Borges

“Il tango”: quattro conferenze in un libro del grande scrittore Jorge Luis Borges

Il bellissimo libro di Jorge Luis Borges, “Il tango” (Adelphi, 170 pagine, 14 Euro), è una lettura che ci sentiamo di consigliare fortemente ai nostri affezionati utenti, siano essi amanti del ballo oppure no. La prosa del grande scrittore argentino è sempre una magnifica avventura dello spirito e dell’intelligenza. Ecco, in sintesi, di che cosa parla questo libro. Il tango, è stato scritto, è “un pensiero triste che si balla”. Ma la malinconia del tango, la sua natura di scena drammatica, di lamento amoroso, di ballo lento, languido e voluttuoso, sono legate al periodo in cui si afferma nelle capitali europee (a Parigi, anzitutto) e viene universalmente accettato. Un periodo che a Borges poco interessa, perché nulla ha a che vedere con le sue origini di ballo audace e indecente, di “rettile da lupanare”, come lo definiva Lugones. Per salvaguardare quelle origini lontane, nell’ottobre del 1965 Borges ha tenuto un ciclo di quattro conferenze che, fortunosamente registrate, solo di recente sono tornate alla luce e sono diventate un libro, inatteso e sorprendente. Perché nelle parole di Borges rivivono la Buenos Aires della sua infanzia – una piccola città di case basse con il patio, senza alberi, circondata da campi aperti –, le milonghe e le habanera che sono all’origine del tango, i locali infami dove lo si danzava, frequentati da guappi maestri di coltello e di ardimento, da rissosi niños bien, da magnaccia e donne di malaffare. Ma soprattutto rivive l’anima di quei tempi: la provocazione disinteressata, l’allegra spavalderia, il gusto di sfidare il più forte solo per mettere alla prova il proprio coraggio – la felicità del coraggio. Esattamente ciò che vibra nel tango originario, simbolo di felicità.
Un assaggio del volume: “Questo è un quartiere che ho sempre amato, perché ho sempre sentito che noi porteños,  a prescindere dagli accidenti della topografia, a prescindere dal fatto che viviamo altrove, a Saavedra o a Flores onel barrio Norte, siamo tutti uomini del Sur. Il Sur è un po’ il cuore segreto di Buenos Aires; potremmo dire: Buenos Aires è lì. (Se proprio volessimo aggiungere un altro quartiere, sarebbe il Centro: credo che siamo tutti uomini di Florida e Corrientes). Siamo, dicevo, uomini del nostro particolare rione, e siamo, essenzialmente e irrevocabilmente, uomini del Sur, quartiere così legato alla storia argentina”. Il libro (un ottimo lavoro editoriale) è a cura di Martín Hadis; edizione italiana a cura di Tommaso Scarano, che firma anche la traduzione e uno scritto finale; l’avvertenza iniziale e le note di Martín Hadis sono tradotte da Francesca Erba.

Red. Cro.

 

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