Un libro di Ranieri Polese racconta citazioni ed echi letterari delle canzoni italiane

Un libro di Ranieri Polese racconta citazioni ed echi letterari delle canzoni italiane

Il libro di Ranieri Polese, “Tu chiamale, se vuoi…” (Archinto, 160 pagine, 18 Euro), racconta – come recita il sottotitolo – “Citazioni, echi, lasciti letterari nelle canzoni italiane”. In questo viaggio attraverso l’italiano cantabile dai primi decenni del Novecento a oggi si incontrano testi che risentono, in varia misura, degli esempi dei classici della tradizione letteraria. Echi e lasciti illustri, a volte evidenti, a volte mimetizzati, usati consapevolmente oppure emersi da lontani ricordi di scuola. Dante, naturalmente, è il più citato, con l’assoluta preminenza del Canto di Paolo e Francesca. Petrarca, soprattutto per il suo assunto che oggetto primo della poesia e quindi delle canzoni è l’amore, a maggior ragione quando è un amore che fa soffrire e piangere. Il terzo è Leopardi, il cui testo canonico, a sorpresa, è proprio “L’infinito”, che, tradotto nel lessico del discorso amoroso, ha costituito il riferimento continuo di canzoni che vanno da Gino Paoli a Vecchioni, da Don Backy a Battiato. Certo, nei cantautori di seconda e terza generazione fanno sempre più la loro comparsa poeti stranieri (Ginsberg, Villon, Edgar Lee Masters), un fenomeno che meriterebbe una trattazione a parte. Qui, però, in appendice, si esaminano tre casi anomali: nei primi due, troviamo canzoni che usano solo i titoli di opere famose di cui ignorano il contenuto (i romanzi di Françoise Sagan, “I fiori del male” di Baudelaire); nel terzo, scopriamo in tre successi degli anni 1967-1970 l’eco addirittura di Saffo. Ranieri Polese scrive tra l’altro: “Nella commedia musicale di Garinei e Giovannini ‘Un paio d’ali’ (1957) il timido professore cantava ‘So come Petrarca cantò Laura’, proponendo implicitamente i suoi versi come modello per le canzoni d’amore”
L’autore, Ranieri Polese, è nato nel 1946 a Pisa; ha studiato filosofia e, dalla fine degli anni Settanta, è membro del sindacato Critici cinematografici. Ha scritto per le pagine culturali di diversi giornali (“La Nazione”, “L’Europeo”). Nel 1995 ha pubblicato per Rizzoli “Il film della mia vita”. Dal 2006 ha curato l’Almanacco Guanda. È stato caporedattore cultura e inviato del “Corriere della Sera”. Presso la casa editrice “Archinto” ha pubblicato “Per un bacio d’amor”, 2017.

Red. Cro.

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