Il manifesto di Luigi Di Rubba, proprietario di una pizzeria: “Lettera aperta di un figlio di Vitulazio”

Il manifesto di Luigi Di Rubba, proprietario di una pizzeria: “Lettera aperta di un figlio di Vitulazio”

VITULAZIO – Domenica per le strade di Vitulazio sono apparsi ben due manifesti. Questo che vi presentiamo è quello di Luigi Di Rubba, titolare di una nota pizzeria vitulatina, che vuole precisare alcune cose sulla sua temporanea chiusura.

Al di là delle questioni particolari richiamate nel manifesto, ciò che viene fuori da questa storia è l’immagine di un’Italia e di un Comune come Vitulazio che invece di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro a persone oneste e laboriose, fa di tutto per rendergli le cose difficili.

Questo il manifesto:

 

LETTERA APERTA DI UN “FIGLIO” DI VITULAZIO

Cari amici o semplici compaesani, ho appreso dai miei familiari che nei giorni scorsi per le strade di Vitulazio è stato affisso un manifesto a firma dell’Assessore Prof. Luigi ROMANO. In particolare sono stato colpito dal contenuto di una frase la quale recitava come segue:
“Quale futuro per i giovani di Vitulazio… E’ di questi giorni la partenza di cinque giovani, figli di Vitulazio, che hanno varcato l’oceano (con destinazione Australia) in cerca di lavoro. Uno di questi, fino a pochi giorni fa, era titolare di un’attività commerciale (Pizzeria-Ristorante) ed è stato costretto a chiudere.”
Sentendomi chiamato in causa, essendo uno dei cinque figli di Vitulazio ad aver varcato l’oceano, approfitto di questo spazio facendo alcune dovute precisazioni.
Innanzitutto sono tuttora il titolare di un’attività commerciale, nello specifico il Ristorante Coco’s. Di certo mi ritengo una persona che non si ferma dinanzi alle difficoltà e continuerò a lottare semplicemente facendo quello che so fare e che faccio dall’età di 13 anni, ovvero il pizzaiolo. Il locale attualmente è chiuso per ferie e questo può sembrare strano in quanto solitamente le ferie si fanno nel periodo estivo. Questa è stata una decisione forzata in quanto la pizzeria essendo provvista di una saletta interna dotata di soli 25 coperti, non riusciva a soddisfare tutte le richieste, pertanto mi trovavo costretto a far attendere più del lecito i clienti nell’attesa che si liberasse un tavolo oppure rispondere “è tutto pieno” a chi cercava di prenotare un tavolo telefonicamente. Tutto ciò ha provocato in me molta rabbia perché non riuscivo ad esprimere, causa forze contingenti, tutta la mia potenzialità. Questa rabbia probabilmente mi ha fatto apparire nei confronti del cliente una persona fredda quale non mi ritengo ma determinate circostanze purtroppo spesso non consentono di esprimersi al meglio, anche dal punto di vista comportamentale.A queste persone chiedo SCUSA.A peggiorare la situazione ha sicuramente contribuito il momento non facile dell’economia italiana ma anche i notevoli problemi che ho dovuto affrontare a causa delle leggi restrittive che regolano le attività commerciali. Infatti, in passato avevo dotato il locale, come hanno fatto altre attività commerciali, di una struttura esterna amovibile in PVC, in maniera tale da offrire un servizio più ampio alla clientela ed accoglierli senza lunghi tempi di attesa. Ebbene, secondo il regolamento edilizio comunale, questa struttura non presentava i requisiti previsti e di conseguenza ho dovuto rimuoverla. Nel luglio scorso mi sono recato dal sindaco per esporgli il problema soprattutto in virtù del fatto che in altri comuni ci sono regolamenti più specifici per questo tipo di strutture, probabilmente per agevolare e sviluppare l’attività commerciale. Basti pensare che in molte città (Napoli, Caserta, Roma, etc.) viene addirittura sfruttato il suolo pubblico come ad esempio i marciapiedi pur di aumentare i posti a sedere. Tutto ciò mi sembra un paradosso perché Vitulazio è solo un piccolo centro abitato in confronto a queste città/metropoli, inoltre io sfruttavo il mio spazio privato e non un suolo pubblico.Il Sindaco mi promise, che appena possibile avrebbe affrontato questa tematica. A distanza di 4 mesi tutto è rimasto come prima. Capisco che il Paese ha problemi più importanti da affrontare e risolvere ma spero che il mio (come quello di molti altri) non passi inosservato e rimanga soltanto una promessa non mantenuta.Come dicevo prima, svolgo questo lavoro da quando ero un ragazzino e mai ho visto una busta paga, non mi rendevo conto cosa fosse un controllo. Ebbene, dall’apertura del locale (agosto 2011) ho avuto due controlli da parte dei NAS e dell’Ispettorato ed addirittura cinque da parte della Guardia di Finanza. A seguito di ciò, ho dovuto pagare anche alcuni verbali. Per carità, loro svolgono il proprio lavoro, sono pagati per fare questo ma tutto ciò mi fa sentire un perseguitato, cosa che ha contribuito sensibilmente a farmi lasciare Vitulazio. Chissà, se avessi ammazzato qualcuno avrei subito meno problemi….

In chiusura vorrei precisare che sono figlio di ANGELO DI RUBBA, una persona che ha sempre lavorato onestamente e a differenza di qualcuno per il paese cammina a testa alta.

Scusate per lo sfogo di un ventottenne che in un solo anno ne ha passate tante ma mi auguro che queste parole portino a fermarsi un attimo e riflettere un pò.

Dico GRAZIE ai miei amici e a tutti quelli mi hanno sempre dimostrato solidarietà, soprattutto GRAZIE ai miei clienti che con la loro presenza non mi hanno mai fatto sentire solo.

Solo non mi sentirò mai, perché ho la fortuna di avere delle persone speciali al mio fianco che mi sostengono nei momenti più bui. Arrivare a decidere di lasciare, per un periodo di “vacanza”, il Paese in cui sono nato e cresciuto è stata una scelta difficile e dolorosa ma se le istituzioni non aiutano, anzi massacrano i propri “figli”, una strada diversa non c’è all’orizzonte.

Spero che l’orizzonte di Vitulazio per molti giovani sia più chiaro e limpido del mio.
Un saluto commosso e malinconico a tutto il popolo Vitulatino.

Melbourne (Australia), 25 novembre 2012
Luigi DI RUBBA

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