MONDRAGONE – Contando su un numero considerevole di affiliati, alcuni dei quali minorenni, avevano `occupato’ nel corso degli anni la villa comunale sul lungomare di Mondragone trasformandola in un vero e proprio supermercato della droga, frequentato abitualmente da spacciatori e da una vasta schiera di clienti alla ricerca delle dosi, a qualsiasi ora del giorno e della notte. E’ quanto smantellato dalla polizia nel corso di un’operazione coordinata dalla Dda di Napoli che, all’alba, ha portato all’esecuzione di 28 custodie cautelari in carcere e a 5 misure ai domiciliari, mentre due indagati risultano latitanti. I reati contestati sono associazione finalizzata al traffico di cocaina, crack e hashish, aggravata dall’aver agito per agevolare il clan camorristico Frugnoli-Gagliardi, attivo nella zona. Il provvedimento cautelare è scaturito da una serie di indagini avviate dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ex pusher, rimasto vittima di un grave pestaggio perché accusato di aver `violato’ le regole interne al clan. Il giovane aveva così deciso di svelare l’organigramma dell’attività di spaccio realizzato, fin dal 1996, in regime di assoluto monopolio, dai Frugnoli-Gagliardi, eredi del potente clan La Torre, gruppo criminale al quale veniva versata un’ingente tangente mensile. I racconti dell’ex pusher sono stati poi confermati da intercettazioni, servizi di appostamento e pedinamento riuscendo ad accertare che al vertice del sodalizio vi erano Salvatore Pagliuca, detto `’o chiatt’; Antonio Zazzera alias `tonino `o mellone’ e Ilir Gero.
Figura anche un finanziere tra gli indagati nell’ambito dell’operazione della Dda di Napoli che ha smantellato un’associazione a delinquere operante a Mondragone (Caserta) e finalizzata allo spaccio di droga, portando in cella 28 persone e altri cinque ai domiciliari (due i soggetti attualmente latitanti). Lo si apprende dall’ordinanza di 1230 pagine firmata dal gip di Napoli Maria Vittoria Foschini. Il militare risponde di rivelazione di segreti d’ufficio in quanto nel giugno del 2010 comunico’ a uno dei capi dell’organizzazione, Salvatore Pagliuca, e al suo braccio destro Giovanni Lungo, gestore della piazza di spaccio, l’esistenza di un’indagine a loro carico della Dda di Reggio Calabria e l’emissione entro pochi giorni di un’ordinanza d’arresto che la stessa Finanza avrebbe dovuto eseguire; i due si diedero cos alla macchia in via preventiva salvo poi essere informati in tempo reale dallo stesso militare che il provvedimento, effettivamente eseguito il 22 giugno del 2010, non li riguardava. Anche grazie a tali appoggi Pagliuca ha potuto continuare a gestire il traffico e la distribuzione di droghe leggere e pesanti a Mondragone, nella villetta comunale trasformata in un supermarket aperto a ciclo continuo, nonostante gli arresti effettuati in particolare a fine 2010 dagli investigatori del commissariato di Castel Volturno diretto dal vice questore aggiunto Davide Della Cioppa.