PIGNATARO M. – Se, a primo acchito, non apparisse dissacrante, potremmo dire: 25 x 25, bersaglio meravigliosamente centrato! Ma qui, stando alla “cabala pratica”, v’è l’“esperienza dell’essere” o, proprio volendo, di “aritmetica sacra” – giacché parliamo di “musica d’autore” e, per precisione, quella di Raffaele Sergio Venticinque (1910-1997) -, ma i numeri inflessibilmente son solo quelli corrispondenti al cognome del grande compositore pignatarese e del moltiplicativo con cui s’appella l’ottimo Ensemble Vendemia-Fiorillo-Pellecchia. Il resto, davvero, è “celeste saggezza” negli spartiti originari e nell’esecuzione raffinata dei brani che il Trio sa offrire all’udito attento ed all’animo ipersensibile degli Amici della Musica. Questo, puntualmente, è avvenuto nella serata di domenica 9 dicembre, presso l’auditorium del palazzo vescovile, per iniziativa del fertile sodalizio sorto nel 1976 a Pignataro Maggiore su prezioso impulso del prof Bartolo Fiorillo ed attualmente guidato con efficace maestria dal prof Peppe Rotoli. Serata fredda –climaticamente, sintende; calorosissima, invece, per le performances vissute e vedute.
Preambolo celebrativo tradottosi con la diramazione nella “casa madre” della cerimonia svoltasi al mattino in municipio per il conferimento della “cittadinanza onoraria” a Wanda Ruosi Venticinque, diletta sorella del maestro Raffaele Sergio e direttrice artistica dell’Associazione che brilla per intensa promozione di eventi musicali sempre d’alto profilo. Sicché il sindaco Raimondo Cuccaro, circondato da alcuni assessori e consiglieri comunali, ha reso omaggio alla 98enne valente pianista dedicandole una targa, nonché una pergamena, e sottolineandone i tratti distintivi di “nobildonna che nella sua vita ha onorato l’umana bontà e la cultura, seminando ovunque con impareggiabile generosità”. Indi, il primo cittadino ha voluto attribuirle un ulteriore segno di gratitudine, consegnando simbolicamente una splendida chiave d’oro alla nipote Rosa De Stasio giunta per la straordinaria circostanza nella “città della musica” che nientedimeno avrà, per già espressa volontà testamentaria della quasi centenaria signora, una “Casa della Musica”, ad incoragginte proiezione di una consolidata e prestigiosa memoria che rimane a lustro perenne, con notevoli e ricorrenti ricadute artistiche e professionali. Il che equivale ad “arte che sopravvive e si rinnova”, ma pure a gratificanti, oltre che numerosi, sbocchi occupazionali nell’attuale temperie da non sottovalutare affatto.
L’apice s’è poi raggiunto appunto con l’homage del Trio “R.S.Venticinque” al Maestro di cui porta l’illustre nome: Rossella Vendemia al piano, Nicola Fiorillo al flauto e Piero Pellecchia al clarinetto hanno brillantemente interpretato l’Allegro moderato, il Canto del pastorello Aci per la ninfa Galatea ed il Preludio Op.60: tre stupendi brani scelti del grande musicista che seppe sperimentare un “nuovo linguaggio” – come ha spiegato il presidente Rotoli – al pari d’ogni intellettuale che anticipa le innovazioni comunicative che s’impongono alla vigilia di poderose svolte epocali. Simmetricamente, tre interpreti di talento – che giustamente si fregiano d’un curriculum di differente eppur convergente successo -, i quali hanno chiuso il loro bel concerto proponendo il delizioso “Waltz and Interlude” di C. Grundman e la briosa “Tarantella Op.6” di C. Saint-Saens. Scroscianti applausi, naturalmente e, facendo infine trionfare anche il gusto nell’antisala dell’auditorium, assaggi di dolcissimi “guanti” sapientemente lievitati per l’immancabile brindisi augurale.
Raffaele Raimondo