PIGNATARO M. – Quest’anno all’Istituto Comprensivo “Madre Teresa di Calcutta” saranno allestiti due diversi presepi viventi: uno nel plesso “Pascoli” e l’altro nel plesso “Don Bosco”, per un totale di 300 figuranti, tra pastori, angeli, artigiani e re Magi. Entrambi ci riporteranno indietro nel tempo: partiranno da Nazareth e arriveranno a Betlemme. Ripercorreranno cioè il cammino fatto da San Giuseppe e Maria dalla loro casa fino alla grotta dove è nato Gesù. Si parte domani, giovedì 20 dicembre, alle ore 17 con il primo presepe nel plesso “Don Bosco” in località Monteoliveto. “L’obiettivo , spiega l’insegnante Franca Morelli, scenografa e regista dell’evento, è quello di educare i nostri alunni allo stupore di un Dio che si fa bambino e si consegna nella sua tenerezza e fragilità nelle nostre mani”. L’evento fortemente voluto dal Preside Paolo Mesolella si è concretizzato grazie alla collaborazione delle insegnanti e al contributo dei genitori: Giuseppina Di Feola, Maria Carmela Palmesano, Ciro Chiacchio, Concetta Pettrone, Graziella Formicola, Rosa D’Ambrosio, Maria Pia Romano, Carmen Formicola, Chiara Formicola, Chiara Montanaro e Maddalena Giuliano. Quest’ultima in particolare è stata l’artista che ha dato vita al pozzo e alla bellissima capanna. Un grande lavoro di equipe scaturito dalla preparazione sulla bibbia, dall’impegno e dalla passione. “Il nostro intento, ha spiegato la prof.ssa Morelli, è stato quello di non perdere di vista la ricostruzione storica degli eventi narrati dal Vangelo. Abbiamo voluto mettere in risalto il contrasto tra la magnificenza e l’opulenza del potere imperiale, la sontuosità e la frivolezza del palazzo di Erode con la povertà di un popolo povero e schiavizzato, ma ciò nonostante dignitoso. “Nella nostra ricostruzione – spiega invece la signora Maddalena Giuliano, attraverso la Porta di Betlemme, si accede all’interno di una grande piazza dove ferve una grande attività: qui possiamo vedere la “Menorah”, simbolo del culto ebraico, il rabbino che insegna nella sinagoga agli ebrei. Al centro della piazza, troviamo il pozzo, simbolo della vita, luogo d’incontro e di innamoramento. Nel mercato si notano i prodotti tipici del tempo e le tradizionali botteghe del cestaio e del vasaio. Più avanti alcuni ebrei lavorano in una cava di pietre per la costruzione di case. Uscendo dalla piazza si incontrano i soldati romani, i ricchi ebrei e le matrone romane nei loro sontuosi palazzi. In alto, sulle scale, al suono di musiche arabe, si ammireranno flessuose odalische danzanti che allietano il crudele Erode. Lungo il corridoio, poi, si incontreranno il censore, i pubblicani, le locande, la bottega del falegname, le donne che preparano il pane azzimo e che filano la lana. Alla fine del corridoio, si potrà ammirare una pozza d’acqua sorgiva di grande effetto visivo, dove le donne lavano stracci per poi stenderli su un rudimentale treppiede. Al termine del percorso, fuori dal villaggio si arriverà alla grotta dove il bue, l’asinello, i re magi e gli zampognari incorniciano la Sacra Famiglia