PIGNATARO M. – “Impresentabile”: questa la motivazione con la quale i vertici nazionali del Pdl hanno escluso l’ex sindaco di Pignataro Maggiore, il pluri-indagato e pluri-imputato Giorgio Magliocca, dalla lista per la Camera dei deputati. Impresentabile come i deputati uscenti Nicola Cosentino e Mario Landolfi, non a caso i capi di Giorgio Magliocca nella cordata che faceva il bello e cattivo tempo nel famigerato carrozzone per la raccolta dei rifiuti CE4-Ecoquattro, dove soggetti indicati dall’allora sindaco di Pignataro Maggiore occupavano posti di potere e ben retribuite poltrone.
Magliocca ha fatto fuoco e fiamme pur di farsi inserire in un posto qualsiasi della lista, ben consapevole di essere politicamente finito. E gli hanno dato man forte alcuni sedicenti giornalisti casertani con le loro cronache politiche asservite, come del resto tentano di aiutarlo con delle cosiddette cronache giudiziarie appecoronate. Ma di fronte al curriculum di Giorgio Magliocca – che pare essere stato illustrato in un succoso dossier tempestivamente arrivato sui tavoli romani -, i vertici del Pdl hanno dovuto prendere atto che non si poteva inserire in lista un personaggio che da consigliere provinciale di An in carica, alla vigilia delle elezioni comunali di Pignataro Maggiore del 2002 (dove sarebbe stato eletto sindaco per la prima volta), si incontrò almeno tre volte con il boss mafioso Raffaele Lubrano detto “Lello”, quest’ultimo espressione di quella potente e sanguinaria cosca Lubrano-Nuvoletta che è il punto di riferimento dei “corleonesi” di Totò Riina in Campania.
Come è noto, Giorgio Magliocca è sotto processo per fatti di camorra, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante appunto camorristica. In primo grado, con rito abbreviato, Magliocca è stato assolto dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli “perché il fatto non sussiste”; ma il valoroso pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, dottor Giovanni Conzo, ha presentato appello avverso la sentenza: se ne discuterà il 29 gennaio 2013. A nostro avviso, ci sono tutte le condizioni perché in Corte d’Appello possa essere ribaltata la sentenza di primo grado. Ma se – per assurdo – Giorgio Magliocca fosse assolto pure in Appello e in Cassazione, il dato politico non cambierebbe di molto: l’ex sindaco di Pignataro Maggiore (proprio perché si incontrava con un boss mafioso alla vigilia delle elezioni comunali) è un soggetto da rottamare. Lo ha stabilito il suo stesso partito, il Pdl, che – dopo aver bollato Cosentino e Landolfi – ha messo il timbro definitivo pure su Magliocca. Un timbro ad inchiostro indelebile con la dicitura: “Impresentabile”.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it