Camorra, De Simone: tutti i clan della Campania avevano istaurato una trattativa per una dissociazione

CASERTA – ”Nello stesso periodo in cui ‘Cosa Nostra’ aveva aperto una trattativa con lo Stato anche tutti i clan camorristi della Campania, compresi noi Casalesi avevamo istaurato una trattativa per una dissociazione, i cui referenti erano il ministro della giustizia Giovanni Conso ed il vescovo di Acerra don Riboldi”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia Dario De Simone, che ha parlato di ”papello” come quello della mafia, deponendo davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere al processo nei confronti del deputato Pdl Nicola Cosentino, accusato di collusioni con i Casalesi. De Simone ha rievocato in aula il tentativo di dissociazione – messo in atto negli anni Novanta da esponenti di vari clan, tra cui i Casalesi, e che non ebbe seguito all’epoca per l’opposizione netta nei magistrati della Dda e dei giudici – consistente nel dichiarare la propria uscita dall’organizzazione allo scopo di ottenere benefici giudiziari e, in particolare, evitare l’ergastolo.

”Era una sorta di ‘papello’ dei clan campani in cui si chiedeva di cancellare gli ergastoli e di non sequestrare i beni riconducibili agli affiliati dei clan. In cambio – ha aggiunto il pentito – le organizzazioni criminali campane si sarebbero arrese. Tanto che facemmo trovare a Salerno nel 1994 un’ auto piena di armi. A tenere i contatti con i nostri referenti era il clan Moccia di Afragola. Fu Francesco Sandokan Schiavone a far saltare la trattativa. Lui non volle perche’ pensava che le promesse non sarebbero state mantenute”.

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