PIGNATARO M. – Si è aperta mercoledì scorso (6 febbraio) l’udienza preliminare per l’ex vicesindaco di Pignataro Maggiore, Piergiorgio Mazzuoccolo, accusato di turbativa d’asta, truffa aggravata e falso ideologico, nell’ambito del procedimento Biopower 2. Davanti al Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor Marcello De Chiara, oltre al pm di udienza, erano presenti anche l’avvocato Mauro Iodice, difensore dell’attuale consigliere comunale di minoranza, e l’avvocato Luciano Polizzi, in rappresentanza del Comune di Pignataro Maggiore che ha chiesto di costituirsi parte civile.
Nel corso dell’udienza, il pm ha chiarito la natura delle imputazioni a carico di Mazzuoccolo. Dello stesso tenore è stato l’intervento della parte civile. Sentite le ragioni delle “accuse”, il giudice De Chiara ha poi rinviato le parti al 20 marzo, quando sarà Iodice a difendere la condotta del suo assistito, per cercare di smontare quelle che sono le accuse formulate a suo tempo dal sostituto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottor Maurizio Giordano.
L’ex vicesindaco, raggiunto da un provvedimento restrittivo il 14 aprile del 2010, è accusato di aver turbato la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di vigilanza notturna e di manutenzione dell’area, degli automezzi e delle attrezzature dislocate nel depuratore comunale di Pignataro Maggiore, realizzando solo apparentemente una gara (alla quale partecipavano la “Securitas” di Colaprete Adriano, la “Pro.Ter srl” amministrata da Francesco D’Alonzo, ex consigliere comunale che fu colpito dagli arresti domiciliari, e la “Eagle srl”, amministrata da Giuseppe Santonastaso ma in realtà riconducibile a Francesco D’Alonzo e a Tiziano Maria Giaquinto, pure lui raggiunto da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari) ed orientando l’aggiudicazione in favore della “Eagle srl”.
Mazzuoccolo, inoltre, si sarebbe procurato con artifici e raggiri (consistiti nel creare un corso fittizio di formazione per lavoratori), un ingiusto profitto (pari all’importo del pubblico sussidio, ammontante ad Euro 74.840, di cui 58.872 materialmente erogati) con pari danno per l’ente pubblico. Per quanto riguarda il falso ideologico, il consigliere comunale è accusato di aver predisposto la documentazione idonea a rendicontare le spese sostenute per l’organizzazione del corso di formazione inducendo in errore i pubblici funzionari del “Fon.Ter” determinandoli ad emettere, sulla base di tale unico motivo, il decreto autorizzativo del rimborso delle spese (atto pubblico) ideologicamente falso in quanto attestante come verificatasi l’intera attività dei corsi, in realtà in parte inesistente.
Red.cro.