L’esclusione degli “impresentabili” come Cosentino e Magliocca (e altri), premia Berlusconi alle elezioni

L’esclusione degli “impresentabili” come Cosentino e Magliocca (e altri), premia Berlusconi alle elezioni
Cosentino, nonostante i controversi rapporti della sua famiglia, ha fatto parte dell'ultimo governo Berlusconi

PIGNATARO M. – Nelle settimane che avevano preceduto le elezioni politiche, il Pdl sembrava spacciato, destinato ad una pesante sconfitta, nonostante potesse sempre contare su un grande piazzista come Silvio Berlusconi. Poi sappiamo come è andata davvero: il partito berlusconiano ha portato a termine una rimonta eccezionale. E per poco non ci ritrovavamo di nuovo il Cavaliere a Palazzo Chigi. Quali i motivi di questo clamoroso successo?

Non c’è dubbio che senza Berlusconi niente sarebbe stato possibile. Lui che è sempre pronto a intercettare gli umori degli elettori, sondaggi alla mano. Ci piace sospettare che la mattina, prima di articolare una proposta politica o dettare una semplice dichiarazione alle agenzie di stampa, Silvio Berlusconi chieda ai suoi sondaggisti di fiducia quale sia la ricetta giusta per la giornata. “Dottore” – così lo chiamano tutti i suoi collaboratori, ora in politica e prima ancora nelle sue aziende – “i sondaggi dicono che agli italiani la pasta e fagioli piace più della pasta con le sarde”. Silvio prende nota e dopo pochi minuti ecco la telefonata mattutina a “Canale 5”, con un duro attacco alla ricetta che piace meno agli elettori: “Il Pdl – scandisce Berlusconi – non permetterà mai alle sarde comuniste di finire nel piatto con la nostra pasta. Le bloccheremo con le forchette della libertà. I pubblici ministeri politicizzati non ci impediranno di mettere in tavola la pasta e fagioli che tanto piace agli italiani”. Sentito Berlusconi, anche gli elettori moderati e anticomunisti pignataresi si danno da fare: “Past’ e fasul’ pe’ tutt’”.

E’ quindi con grande speranza e soddisfazione che abbiamo preso atto della esclusione dalla lista del Popolo della libertà alla Camera dei deputati – per volontà diretta di Silvio Berlusconi – degli “impresentabili” Nicola Cosentino e Giorgio Magliocca (e altri), imputati a vario titolo in diverse vicende per fatti di camorra o per reati con l’aggravante camorristica. Ancora una volta Silvio Berlusconi ha avuto ragione – naturalmente sondaggi alla mano – nell’escludere i citati soggetti dalle liste: meno “impresentabili”, più voti. Secondo quanto avevano detto i sondaggisti berlusconiani, con gli “impresentabili” in lista si sarebbero persi circa due punti percentuali. E Silvio non ci aveva pensato su neanche mezza volta, dando – immaginiamo – un ordine secco e preciso al commissario regionale del Pdl, Nitto Palma, ex magistrato: “Nitto, butta fuori dalle liste, a pedate, tutti quelli che hanno imputazioni per fatti di camorra”. In quel preciso momento l’ex sindaco di Pignataro Maggiore ed ex consigliere provinciale, Giorgio Magliocca, aveva sentito arrivare pure lui sul retro una scarpa con su stampigliato, invece che il numero, la dicitura “impresentabile”.

Anche se noi non abbiamo niente a che fare con il Pdl, abbiamo gioito non poco. Ovviamente non perché il Popolo della libertà ha incassato il successo elettorale, ma perché la scelta di Berlusconi sulla esclusione dalle liste degli imputati sopra elencati era stata dettata da sondaggi in tal senso. E questo vuol dire che nell’opinione pubblica italiana c’è sempre meno spazio – speriamo – per simili personaggi, per chi (come Magliocca, ad esempio) alla vigilia delle elezioni comunali del 2002 a Pignataro Maggiore, da consigliere provinciale in carica, si incontrò almeno tre volte con il boss mafioso Lello Lubrano, quest’ultimo alleato dei “corleonesi”. Sappiamo anche, da fonte solitamente bene informata, che Magliocca – imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica -, in attesa del processo d’appello, aveva tentato di giocare la carta della assoluzione incredibilmente incassata in primo grado, con rito abbreviato. Ci aveva provato, l’ex sindaco pignatarese, a farsi passare per vittima dei magistrati politicizzati o addirittura per vittima di un “complotto della camorra”. Ma non gli ha creduto nessuno. Per quanto assolto in primo grado, e se anche fosse assolto pure in appello e in Cassazione, niente potrà cancellare il fatto che Giorgio Magliocca si preparava a diventare sindaco per la prima volta incontrandosi con un boss mafioso del calibro di Lello Lubrano (poi ucciso in un agguato il 14 novembre 2002). Possiamo immaginare che Berlusconi, analizzando il “dossier Magliocca”, abbia esclamato, preoccupatissimo: “Assolto? Ma siamo sicuri che questo, se lo candidiamo alla Camera dei deputati, non voglia organizzare – me presente – una cena in quel ristorantino? E chissà con quali commensali, cribbio”. Ma come aveva fatto Berlusconi a conoscere il nome del ristorante (“Ebla” di Triflisco) dove Magliocca si incontrava con Lubrano? Silvio Berlusconi è – per i suoi sostenitori – un grande, ma non è un mago. Il nome del ristorante lo aveva semplicemente letto nel dossier che pare sia arrivato tempestivamente sui tavoli romani. Sembra che a Pignataro Maggiore ve ne sia qualche copia ancora di quel dossier: basta solo aggiornare la data – dicono i soliti divertiti buontemponi – e inviarlo di nuovo a Roma alle prossime elezioni, nel caso a qualcuno gli venisse in testa in futuro di candidare Giorgio Magliocca. Ma forse non sarà necessario, adesso Silvio l’ha imparato il nome di Giorgio: “Quello delle cene con il boss? Nittooooo (Palma), caccialo a pedate, a pedateeeee”.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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