CALVI R. – Quando la burocrazia non funziona e a farne le spese sono i cittadini, soprattutto gli indigenti, gli anziani, gli impossibilitati. E’quanto accaduto a Calvi Risorta nella mattinata di mercoledì 14 marzo. Cimitero preso d’assalto da persone di tutte le età recatesi perentoriamente sul posto per esibire la bolletta di pagamento delle luci votive relative all’anno 2012, pena la sospensione del contratto ed eventuali sanzioni per inadempienza. “Disorganizzazione o incompetenza?” E’ quanto si chiedono il dott. Giovanni Marrocco e il dott. Ermanno Izzo. “Intanto a farne le spese gli onesti cittadini che qualche giorno fa si sono visti recapitare un sollecito di pagamento relativo alla somma non versata, o versata e non registrata, per la quale è necessario esibire ricevuta presso l’ufficio, o inviare a mezzo fax; il tutto entro 15 giorni dalla data di invio della missiva: 21 febbraio 2013, missive giunte a domicilio dopo il 10 marzo, a termini già scaduti. Ma non finisce qui! Il disagio nel constatare che l’ufficio preposto è a disposizione dei contribuenti solo di mercoledì. E’ possibile immaginare l’indignazione di coloro i quali hanno dovuto chiedere un permesso lavorativo per esibire una bolletta regolarmente pagata. La causa del disguido,” proseguono i consiglieri, “è la mancata o inidonea consegna della documentazione nel passaggio di gestione del servizio da una ditta all’altra. Disorganizzazione più totale e il tutto senza alcun controllo. Ma chi deve tutelare i cittadini? E’ compito dell’amministrazione”, concludono, “vigilare sull’efficienza del servizio offerto da ditte esterne”. “Ciò che lascia perplessi è che, nonostante le lamentele dei caleni, l’amministrazione non è intervenuta”. Esordisce così il consigliere Nicola Cipro, recatosi tempestivamente sul posto per difendere i diritti dei cittadini. “Sono rammaricato soprattutto per il disagio causato agli anziani e alle fasce più deboli. Persone costrette a chiedere l’aiuto altrui per timore di incorrere in qualche sanzione. Situazioni del genere in passato non si sono mai verificate, il ricorso a ditte locali è garanzia di tutela dei diritti di tutti, “anche dei defunti”.
Luciana Antinolfi