Nasce finalmente un gruppo a sostegno di Imposimato al Quirinale, ma l’ispiratore dimentica il boss Lubrano

Nasce finalmente un gruppo a sostegno di Imposimato al Quirinale, ma l’ispiratore dimentica il boss Lubrano

PIGNATARO M. – I buontemponi di piazza Umberto I non riposano nemmeno la Domenica delle Palme. E stavolta nel loro ridanciano mirino è finito il direttore responsabile della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it, Bartolo Mercone, diventato oggetto di una canzonatura in versi, tra un incerto italiano e un dialetto senza pretese filologiche, a seguito dell’ultima iniziativa bartoliana, la creazione di una pagina Facebook con il titolo: “Pignataresi per Ferdinando Imposimato al Quirinale”. Mercone spiega su Facebook che “il fratello del giudice Ferdinando rimase ucciso in un agguato di camorra l’11 ottobre del 1983. Il mafioso Calò fu il mandante dell’omicidio, Raffaele Ligato senior e Tonino Abbate gli esecutori materiali. Il giudice per la sua storia di servitore dello stato ha tutti i requisiti per salire al Quirinale”.

Parole sante, quelle di Bartolo Mercone, Ferdinando Imposimato (fratello di Franco Imposimato, vittima innocente di mafia, assassinato per una vendetta trasversale) sarebbe davvero un ottimo presidente della Repubblica. Dalla sua parte, inoltre, Ferdinando Imposimato ha l’anagrafe: non può essere insidiato, nella corsa al Quirinale, dall’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, in quanto quest’ultimo, nato nel 1975, non ha ancora compiuto i 50 anni previsti per poter aspirare alla poltrona di Capo dello Stato.

Ma allora, se è una bellissima iniziativa la proposta di Bartolo Mercone, perché è finito lo stesso sulla graticola dei buontemponi? E’ presto detto, partendo dalla poesiola – intitolata “Imposimato al Quirinale perché per ora non c’è Magliocca” – che gli hanno dedicato: “Bartolì aggie pacienz/metti il nome e don Vicienzo/Bartulù u nomme ‘e Lubrano nun s’ annasconn’ chiù/Merco’ pe’ te è meglio ‘a zappa/’o zappatore nun s’o scorda ‘o mammasantissima”. Insomma, stavolta per i buontemponi siamo quasi al limite della querela per diffamazione a mezzo stampa.

Così, però, riusciamo a capire il motivo dell’attacco dei buontemponi: Bartolo Mercone ha omesso di scrivere che uno dei mandanti e l’organizzatore principale dell’omicidio di Franco Imposimato fu il boss mafioso di Pignataro Maggiore, “don” Vincenzo Lubrano, nel frattempo defunto, l’efferato criminale alleato di ferro dei “corleonesi” di Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella e, ovviamente, Pippo Calò. “Di che cosa stiamo parlando? – obiettano i buontemponi a Bartolo Mercone – Parliamo della vittima Franco Imposimato e poi non diciamo che l’assassino è Vincenzo Lubrano?”.

La questione è effettivamente delicata. A Pignataro Maggiore, quando si tratta di fare il nome dei Lubrano, il terrore si diffonde nell’aria; la censura e l’autocensura, pure. Trasversalmente, anche sul piano politico. Non a caso, l’ex sindaco Ds Giovan Giuseppe Palumbo – nipote acquisito di Vincenzo Lubrano – era stato socio d’affari nell’impresa edile del defunto Lello Lubrano, figlio di “don” Vincenzo. E l’ex sindaco Giorgio Magliocca (Pdl, ex An), da consigliere provinciale in carica, si incontrò almeno tre volte con il citato boss Lello Lubrano (anch’egli, come il padre, efferato criminale pluri-omicida) alla vigilia delle elezioni comunali del 2002. Di cosiddetto centrodestra o di cosiddetto centrosinistra, a Pignataro Maggiore la politica va a braccetto con i mafiosi.

Tanto premesso, invitiamo Bartolo Mercone a mettere nell’elenco degli assassini di Franco Imposimato pure l’organizzatore dell’agguato, Vincenzo Lubrano (condannato con sentenza definitiva all’ergastolo). Sennò, Mercone si dedichi alle più comode cronache della Settimana Santa – con il suo inviato speciale professor Angelo Martino, rosario d’assalto -, se possibile senza censurare però il nome di chi ha ammazzato Gesù Cristo.

Concludiamo spiegando, a chi nel frattempo si fosse aggiunto ai nostri (pochi) lettori, la sostanza del riferimento all’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, nel titolo della poesiola dei buontemponi. La divertita combriccola vuole sottolineare che il grande capo di www.comunedipignataro.it, Pietro Ricciardi, sulla carta “solo” co-direttore responsabile, è un magliocchiano di ferro e che mai avrebbe consentito all’ubbidiente Bartolo Mercone di indicare Ferdinando Imposimato per il Quirinale se Giorgio Magliocca fosse stato nelle condizioni (appunto i 50 anni d’età) per aspirare alla massima carica dello Stato.  Nel 2025 – Mercone e Ricciardi si preparino – il Quirinale toccherà a Giorgio Magliocca, problemi giudiziari e i rapporti con Lello Lubrano permettendo.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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