OSSIGENO – Roma, 29 marzo 2013 – Dice più di mille discorsi la mappa di Freedom House, che abbiamo già mostrato, che dipinge di giallo l’Italia mettendola alla pari dei Balcani per quanto riguarda le libertà di stampa. Chi vuole conoscere davvero l’Italia, da oggi deve affiancare a questa mappa le cartine geopolitiche dai bei colori, navigabili, significative e belle da consultare disponibili con accesso gratuito sul web. Queste cartine presentano le informazioni raccolte da Ossigeno sui giornalisti minacciati in Italia nel 2012 in formato open data, e con questa grafica i dati dicono tutto in modo semplice: con la stessa ‘eloquenza di un cartello stradale.
Ad esempio, queste cartine fanno sapere con un colpo d’occhio quanti sono i minacciati città per città, dove sono, dove sono concentrato. Ciò permette di scoprire che, magari, alcuni vivono intorno a noi, nella nostra città o in quelle vicine e neppure lo sappiamo. Inoltre con un solo click si può sapere chi sono i malcapitati e quali guai hanno passato.
Altre mappe indicano la densità delle minacce come un gradiente termico: indicano accuratamente la febbre italiana regione per regione e così si smentiscono i tranquillizzanti luoghi comuni di chi pensa di vivere in un posto tranquillo. Il primo luogo comune che viene smentito è quello di credere che il rischio di essere minacciati è alto solo per i giornalisti dell’estremo Sud.
Lo smentisce la prima cartina che tiene conto della percentuale di minacciati rispetto agli iscritti all’Ordine di quella regione. Essa spiega, ad esempio,che la Liguria e il Molise non hanno niente da vantare rispetto al primato negativo di Campania, Calabria e Sicilia. La stessa cartina dice anche che Toscana, Emilia Romagna e Umbria se la passano solo un po’ meglio, e comunque alla pari con Sardegna e Basilicata. Ognuno può scoprire da sé altri dati interessanti.
Questa esposizione dei dati rafforza ed espande il progetto di Ossigeno per l’Informazione. L’Osservatorio perciò ringrazia Andrea Fama, Jacopo Ottaviano e Isacco Chief, che hanno ideato e realizzato la presentazione open data con un lavoro volontario. Ossigeno è grato anche alla Fondazione Ahref che ha sostenuto il progetto. C’è da sperare che altri volontari e altri sostenitori completino il progetto con i dati degli anni precedenti e con gli aggiornamenti che, purtroppo, si rendono necessari con cadenza pressoché quotidiana.
ASP