AGRO CALENO – Da molti anni nelle scuole,nella seconda decade del mese di maggio si adottano i libri di testo per gli anni scolastici successivi.
Quest’anno in seguito all’emanazione del DM 209 del 26 marzo da parte del ministro Profumo ,in applicazione della Legge n.221 del 17 dicembre 2012, l’operazione sta sollevando molte polemiche soprattutto da parte delle associazioni che aderiscono alla filiera del libro AIE,ALI,ANARPE,Federazione della carta e della grafica, ma sta creando molte perplessità anche nelle scuole.
Il decreto stabilisce che dall’a.s. 2014/15 dovranno essere adottati solo libri nella versione digitale o mista (ovvero cartaceo e digitale insieme).Gli e-book introdotti dall’ex Ministro Gelmini(legge 133/2008),sarebbero dovuti entrare nelle scuole già nel 2011/2012,ma il governo Monti ha frenato sul percorso rinviandone l’introduzione. Inizialmente l’innovazione riguarderà le classi prima e quarta della primaria, la classe prima della scuola secondaria di primo grado , la prima e la terza classe della scuola secondaria di secondo grado.
La seconda novità riguarda il blocco dei prezzi di copertina definiti per il 2013/14 ed estesi anche all’anno successivo.
Dal 2014/2015 i tetti di spesa entro cui i Collegi dei Docenti dovranno districarsi saranno tagliati del 20%, fino al 30% se il Consiglio di Classe sceglierà tutti testi in formato digitale,con un risparmio per le famiglie calcolato intorno ai 100,00 €,fin qui tutto bene si dirà;ma subito dopo ci si deve chiedere: quanto costa un e-book? Cadranno come regali dal cielo? Le scuole dovranno attrezzarsi con costosi collegamenti wireless per centinaia di studenti e con personale tecnico in grado di farli funzionare e gestire.
Ma dove vivono questi ministri,che non si rendono conto che tanti edifici scolastici sono cadenti, edifici che quando piove troppo talvolta si allagano o se arriva il caldo in anticipo ci si scoppia, scuole dove manca il toner per le fotocopiatrici, la carta igienica ecc. ecc. ecc. ecc. ?
Qualcuno pensa a questo nel Governo tecnico? Perché non si devolve l’otto per mille alla messa in sicurezza delle scuole?
L’editoria scolastica è un’industria come tutte le altre con addetti e con un indotto notevole che ruota intorno ad essa,per questo le Associazioni degli Editori sono partite a testa bassa e in un comunicato hanno dichiarato “ il decreto oltre a non tener conto delle indicazioni del Parlamento non prevede,a differenza di altre nazioni che hanno affrontato il tema della digitalizzazione ,investimenti pubblici. Al contrario il decreto riversa sulle imprese e sulle famiglie l’onere per l’innovazione…..sollecitando i genitori e gli alunni ad acquistare prodotti di aziende straniere,non europee,a danno di aziende italiane ,così si rischia di mettere ulteriormente in difficoltà la filiera della carta….”.
Nessuno nega che l’utilizzazione delle nuove tecnologie,dal pc alla lavagne interattive,siano utili nel concorrere alla crescita culturale degli alunni,ma bisogna anche riflettere sul fatto che l’impatto sempre piu’ pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi,utilizzati per molte ore,possa essere nocivo alla salute. Senza contare che alcuni percorsi di analisi,memorizzazione e comprensione sono meno sollecitati dai supporti elettronici rispetto ai metodi tradizionali;va anche detto che nel nostro paese l’analfabetismo di ritorno è stato messo in soffitta,ma avanza quello di chi legge e non comprende. Per la metà degli italiani,secondo alcune ricerche,capire il foglio illustrativo di un farmaco,compilare un modulo,seguire le istruzioni per montare un oggetto o memorizzare i canali tv è tabu’. Cio’ secondo alcuni esperti è dovuto all’uso smodato dei mezzi tecnologici. Non sappiamo leggere una mappa o fare un calcolo?Ci pensano navigatore e calcolatrice,se dobbiamo compilare il 730 0 il 740 ci pensa il commercialista o il caf,persino per avere documenti ci si rivolge a un’agenzia di servizi e così via.
La posizione dell’editoria è decisamente interessata,di parte, ma credo non sia facile negare il piacere di sfogliare un libro, annusarlo, custodirlo gelosamente e proteggerlo da ogni tipo di danneggiamento. Non è certo il caso di evocare la Bebelplatz di Berlino del 1933 ma un pizzico maggiore di cautela, prima di eliminare i libri e la loro storia,non sarebbe male.
Vitulazio, 13 marzo 2013
Giacomo Coco