PIGNATARO M. – Protagonista anche al Consiglio di Stato il grande banchetto del “clan dei casalesi” sugli appalti del Comune di Pignataro Maggiore – stavolta con riferimento alla “Brick costruzioni srl”, impresa edile con sede legale in Casal di Principe -, dopo che già se ne era occupato il Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli. La terza sezione del Consiglio di Stato, infatti, ha respinto “la domanda di sospensione dell’efficacia della sentenza del Tribunale amministrativo regionale di reiezione del ricorso di primo grado, presentata in via incidentale dalla parte appellante”. Come si legge ancora nella ordinanza numero 04884/2012 del 14 dicembre 2012, “considerato che l’appello non risulta, ad un primo sommario esame, assistito di evidenti elementi di fondatezza; ritenuto comunque che le questioni oggetto dell’appello devono essere esaminate compiutamente in sede di trattazione del merito; considerato che la domanda di sospensione cautelare della sentenza appellata, tenuto anche conto della particolare natura della interdittiva oggetto di impugnazione, non risulta suscettibile di favorevole considerazione”, il Consiglio di Stato “respinge l’istanza cautelare (ricorso numero: 7706/2012)”.
Resta quindi confermata e pienamente operativa l’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta nei confronti della “Brick costruzioni srl”, impresa che – come altre ditte oggetto di condizionamenti camorristico-mafioso, una vera pacchia nella città tristemente nota come la “Svizzera dei clan” – aveva vinto una gara d’appalto del Comune di Pignataro Maggiore, per la precisione quella per “completamento arredo urbano”, per un importo complessivo a base d’asta di 175.000 euro.
Alla vicenda di questo appalto avevamo dedicato un articolo pubblicato da “Pignataro Maggiore News” il 17 novembre 2012. Come da determinazione del Servizio tecnico comunale numero 274 (registro generale) del 15 maggio 2009, la gara d’appalto fu aggiudicata in via definitiva con un ribasso del 34,511 per cento appunto alla “Brick costruzioni srl”. La gara d’appalto si era svolta il 15 dicembre 2008 e, essendo trascorsi inutilmente i 45 giorni previsti di attesa per le informazioni antimafia chieste dal dirigente del Servizio tecnico, ingegnere Girolamo Parente, alla Prefettura di Caserta, la “Brick costruzioni srl” poté andare avanti a che non fu emessa nei suoi confronti interdittiva antimafia in data 19 novembre 2010. Nel frattempo, il 12 gennaio 2010, con deliberazione di Giunta comunale numero 3 (adottata su proposta dell’allora sindaco Giorgio Magliocca) alla “Brick costruzioni srl” erano stati destinati altri soldi grazie a un “progetto migliorativo”. Poi con lettera protocollo numero 10432 del 13 dicembre 2010 il Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore comunicava alla “Brick costruzioni srl” l’avvio della procedura per la rescissione dei due contratti di appalto per effetto dell’interdittiva antimafia. Il 20 gennaio 2011 la “Brick costruzioni srl” presentava ricorso al Tar, chiedendo l’annullamento dell’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura e della successiva nota del Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore relativa all’avvio delle procedure per la rescissione dei contratti di appalto. La prima sezione del Tar di Napoli respingeva il ricorso della “Brick costruzioni srl” con sentenza numero 2127 depositata il 9 maggio 2012. Quindi l’appello della “Brick costruzioni srl” al Consiglio di Stato, con l’esito negativo di cui abbiamo già parlato.
Pubblichiamo in coda a questo articolo sia l’ordinanza del Consiglio di Stato sia la sentenza del Tar della Campania.
Brick ordinanza Consiglio di Stato
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it