Sei Comuni siglano l’accordo contro la centrale a biomasse nel Consiglio Intercomunale tenutosi a Pignataro

Sei Comuni siglano l’accordo contro la centrale a biomasse nel Consiglio Intercomunale tenutosi a Pignataro

PIGNATARO M. – Di seguito la nota da Palazzo Scorpio sull’ultima seduta del Consiglio comunale:

È stato firmato un documento di intesa da ben 6 comuni dell’agro caleno che ieri erano presenti all’affollato Consiglio Intercomunale aperto, promosso dall’Amministrazione di Pignataro Maggiore per protestare contro l’ennesimo tentativo di aggressione ambientale della zona.

Unico punto all’ordine del giorno era, infatti, la discussione sulla probabile realizzazione della centrale a biomasse (autorizzata anche a bruciare rifiuti) nell’area industriale ex Pozzi, in quella porzione ricadente nel tenimento di Calvi Risorta e da poco acquistata dalla cordata imprenditoriale Iavazzi Ambiente.

Forte l’azione degli amministratori presenti; tutti decisi a porre un freno non solo alla realizzazione della centrale a biomasse di Iavazzi, ma a ogni tipo di aggressione territoriale non compatibile con la naturale vocazione della zona e poco rispettosa della già mortificata condizione ambientale dell’agro.

I sindaci e gli amministratori dei vari comuni della zona hanno tenuto banco per circa 4 ore, ognuno ha ben delineato gli scenari futuri che potrebbero delinearsi in caso di realizzazione della centrale a biomasse nel cuore del comprensorio caleno.

E’ stato il sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, a proporre un documento unitario capace di dire “no” all’aggressione pericolosa di un territorio che, da Teano, si distende nella fertile pianura chiusa dal comprensorio di Capua.

“E’ grottesco che ci si debba trovare ogni anno a dover lottare contro questi business cancerogeni – ha detto in Assise la fascia tricolore di Pignataro – presentiamo un  documento che faccia da promemoria ai ministri e ai riferimenti istituzionali di ogni ordine e grado per ribadire che questa terra non è un laboratorio da offrire a sperimentazioni dannose per la gente che ci abita. Inoltre, abbiamo spedito a tutte le autorità competenti un dossier completo con foto e filmati, nel quale si può vedere quanto sia già pericolosa la zona dove si vuole realizzare la centrale a biomasse: vecchie strutture non bonificate e intere aree con capannoni industriali dal contenuto mai chiarito”.

Nella seduta di ieri, sono state anche mostrate delle terribili immagini che documentano le drammatiche e preoccupanti condizioni che attanagliano proprio l’area Pozzi, dove dovrebbe sorgere la centrale a biomasse di Iavazzi Ambiente. All’interno di decine di condotte ormai scoperte e per questo a contatto con l’aria che si respira nella zona, pare ci siano residui di amianto, coibentazione delle tubature e altre sostanze da analizzare. Così come è stata dimostrata la facilità di penetrazione nelle ore notturne della zona industriale che, proprio per questa vulnerabilità negli accessi, è contrassegnata da resti di roghi, probabilmente pertinenti a plastica e altri materiali nocivi. Assente alla seduta consiliare il sindaco di Calvi Risorta, Antonio Caparco che, poche ore prima della riunione intercomunale di Pignataro Maggiore, ha espresso ancora perplessità sulla effettiva volontà della famiglia Iavazzi (che lavora come servizio raccolta rifiuti anche a Calvi) di impiantare una centrale a biomasse, nonostante la stessa Iavazzi Ambiente abbia acquistato, pochi mesi fa, circa 70mila metri quadri nella zona Pozzi di Calvi e stia per abbattere alcune vecchie palazzine insistenti nella stessa area.

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