Slitta l’incontro con don Luigi Merola: la manifestazione con il parroco anticamorra si svolgerà lunedì primo luglio

Slitta l’incontro con don Luigi Merola: la manifestazione con il parroco anticamorra si svolgerà lunedì primo luglio

PIGNATARO M. – Lunedì primo luglio, alle 19.30, don Luigi Merola arriverà nella sala conferenze dell’associazione culturale Unione in piazza Umberto I a  Pignataro Maggiore per salutare i giornalisti minacciati dalla camorra negli anni passati e per stringere, in un abbraccio di rinnovata solidarietà, la cittadina che tanto sta dando alla ripresa civile dell’intero territorio, soprattutto dal punto di vista del riutilizzo di alcuni beni confiscati alle consorterie criminali.

L’incontro, organizzato e voluto dal presidente dell’associazione culturale Unione, l’avvocato Giovanni Morelli, nasce  dall’esigenza di tenere sempre alta l’attenzione sulle criticità di territori come Pignataro Maggiore e l’Agro Caleno.

I cronisti presenti alla manifestazione del 26 giugno prossimo, sono quei giornalisti che hanno riempito con le loro scottanti indagini colonne di giornali e intere pagine di seguitissimi siti internet votati esclusivamente alle inchieste su politica e camorra.

Uno dei primi a finire nel mirino delle sanguinarie cosche locali fu Enzo Palmesano, minacciato con una lettera di morte e un proiettile recapitatigli a casa il 21 settembre del 1998 e indicato – da un collaboratore di giustizia – come probabile target del boss Pietro Ligato che voleva silenziare Palmesano con la morte per alcune inchieste sgradite alla potente famiglia camorrista.

Poi Salvatore Minieri, vittima di un attentato a colpi di arma da fuoco sparati verso i cancelli della sua abitazione la notte del 21 gennaio del 2008, periodo in cui Minieri era impegnato in una pericolosissima inchiesta sul riutilizzo dei beni della famiglia Ligato e sul mancato riuso degli stessi beni da parte di alcune cooperative sociali della zona (finite anche queste nelle maglie della Giustizia).

Fortemente indiziati per l’attentato a colpi di pallettoni, furono i clan Lubrano e Ligato di Pignataro.

Minieri, inoltre,  la sera del 10 maggio del 2010 venne anche avvicinato da un imprenditore della zona, riconosciuto dagli inquirenti intraneo al clan dei Casalesi, che lo invitava a non interessarsi giornalisticamente alla realizzazione di un’industria, la Original Birth, nella zona Asi di Pignataro.

Quell’imprenditore, solo pochi mesi dopo, è stato arrestato con l’accusa di reato dagli artt.110, 416 bis c.p., perché concorreva nell’associazione di tipo mafioso denominata “Clan dei Casalesi”, partecipando al sodalizio criminale, nella veste di imprenditore di riferimento dell’organizzazione camorrista riferita alla famiglia Schiavone, nel settore strategico della produzione e della vendita del calcestruzzo.

Sarà presente anche Carlo Pascarella, il giornalista clamorosamente minacciato – tramite una telefonata fatta alle 19 del novembre 1998 – da Zagaria e Iovine, superlatitanti e capi indiscussi del feroce cartello dei Casalesi che invitavano il cronista a stare zitto e a non scrivere delle loro famiglie. La sorella di Pascarella, l’imprenditrice Giovanna, fu vittima di un attentato dinamitardo la notte del Capodanno 2007, quando la camorra fece saltare le saracinesche del suo mobilificio a Pignataro. E poi il giovane giornalista Davide De Stavola, già in possesso di un curriculum professionale da far impallidire il più navigato dei cronisti. De Stavola è stato più volte “attenzionato” dalla camorra, soprattutto nella tarda estate del 2007, quando, impegnato in una difficile e pericolosa inchiesta sulla centrale a biomasse Biopower di Pignataro, ritrovò per ben due volte dei pesci morti nella sua automobile. Chiaro e agghiacciante messaggio macabro speditogli da ignoti vicini ai potentati locali.

De Stavola,  è stato direttore del sito www.pignataronuova.it, prodotto editoriale unico nel suo genere: un sito che si occupava solo di inchieste sulla camorra e di intrecci tra mafie e politica in quella zona grigia che il giovane cronista ha sempre saputo descrivere e denunciare con coraggio e serietà professionale.

In questi giorni, Enzo Palmesano e Salvatore Minieri hanno evidenziato con delle inchieste anche strane vicende che stanno accompagnando la probabile realizzazione di un inceneritore nel comune di Calvi Risorta, nella zona industriale Pozzi- Iplave. Palmesano ha portato a galla delle clamorose incongruenze procedurali, mentre Minieri ha smascherato – con foto e videoinchieste – lo spaventoso stato dell’area: completamente occupata da rifiuti, materiale pericoloso e, come confermato dai proprietari dell’area industriale, amianto sulle coperture delle palazzine. La zona si trova a pochi metri dai terreni della famiglia Cosentino, rivenduti a prezzi esorbitanti per realizzare la tristemente famosa Centrale Turbogas di Sparanise.

C.S.

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