GRAZZANISE – L’efficace incontro analitico e propositivo del 27 maggio scorso è rimasto finora senza seguito. Opportune le segnalazioni che fecero gli esponenti di associazioni e partiti attivi nella realtà locale; utili i ragguagli e i preannunci che fornì la triade commissariale Migliorelli-Quaranta-Auricchio. Si pensò, allora, ad un “aggiornamento” a cadenza mensile e nulla esclude che ciò avvenga nel breve periodo; al momento però non si hanno cenni di convocazione in cantiere. Eppure numerosi argomenti incalzanti sono balzati nel frattempo alla complessiva attenzione di autorità e cittadini. E, del resto, non sono pochi in paese ad essere convinti che un dialogo costruttivo fra istituzioni e comunità non può essere sporadico: la sinergia, infatti, si nutre della proteinica “continuità”, col contorno di due verdure chiamate “fattibilità” e “verifica”. Vedremo se nei prossimi giorni, o comunque prima dell’esodo d’agosto, si riapriranno i varchi, anche nella prospettiva di immaginare in quali termini avverrà a Grazzanise la ripresa settembrina, soprattutto su alcuni fronti di vasto interesse collettivo (strutture e servizi scolastici in riapertura, effettive condizioni delle casse comunali e dunque accertamenti ed atti finanziari di primo livello, gestione del ciclo integrato dei rifiuti, novità relative alla pianta organica comunale…).
In parallelo con tali non peregrine esigenze di palese profilo democratico, viaggiano svariati “conti aperti” in seno alle forze politiche del territorio o nella mente di coloro che aspirano a chiedere il consenso popolare alle elezioni comunali che, prima o poi, giungeranno. Il dinamico “rapporto politica-amministrazione”, a dire il vero, sta facendo registrare negli ultimi anni dei buoni sussulti rispetto ai periodi precedenti in cui quanti, dopo una tornata elettorale, finivano all’opposizione si rassegnavano presto ad attestare il loro contributo, nel civico consesso, soltanto ad un livello di poco superiore al ruolo delle semplici comparse. Tanto – si diceva – perché, alla fin fine, “contano solo i numeri”. Ma ancora molta strada è da percorrere su questo nevralgico “rapporto” affinché, indipendentemente dal posto che si occupa o non si occupa in consiglio comunale, maturi il tempo di un impegno davvero stabile, forte e funzionale alla complessità dei problemi “storici” o sopravvenuti nel desolante contesto grazzanisano . E, tuttavia, a puntare i riflettori sullo scenario visibile nel pieno di quest’estate 2013, emerge chiaramente una situazione caratterizzata da frammentarietà e attendismo. Insomma, l’esatto contrario di ciò che urge per pianificare o almeno “sognare” una nuova stagione della vita politica ed amministrativa d’un Comune che fu “capitale” geografica e di fatto del Basso Volturno. In effetti, sembra che i due accennati fattori caratterizzanti attraversino tutto il microscacchiere locale, riflettendo in sostanza, ma anche aggravando, dinamiche simili e tremendamente attuali in ambiti molto più ampi. C’era, un tempo, a Grazzanise, La Destra di Storace e un giovanile drappello di finiani. Quale attività stiano compiendo adesso non ci è dato sapere. L’Udc sfoderava addirittura tre tronconi che ora appaiono sfrangiati o assopiti. Pare altresì che i deleniani Campi Stellati, solitamente più arditi quantomeno sul versante dei pubblici comizi, preferiscano in questa fase far decantare le situazioni. Il Pdl, fin dalla sua nascita, ha sempre avuto due-tre anime e non una guida unica riconosciuta da tutti i berlusconiani grazzanisani. Il Psi, per oltre un trentennio più pronto a tener sotto controllo il Pci-Pds-Ds-Pd che a sviluppare una sua iniziativa programmatico-elettorale, continuerebbe a lavorare nel fiume carsico. Il partito di Epifani, a sua volta, starebbe vivendo una stagione a “gamba rotta”, nel senso della vistosa assenza della minoranza nel circolo “N.Jotti”, il solo ad avere un nome in aggiunta alla sigla partitica. Insomma, v’è un quadro confuso, incerto, forse volutamente in cammino su rotaie a scartamento ridotto. Ed è evidente che se non si sciolgono – a destra, al centro e a sinistra – tali nodi o contraddizioni interne, non si apre un efficace spazio per avviare un confronto politico su tre inevitabili ed augurabili piste: la progettualità (adeguata a fronteggiare la disastrosa situazione in cui La Svolta ha lasciato l’Ente nel 2012), le leadership (affidabili sul versante personale e della consolidata militanza), le possibili “coalizioni di area” (da sempre “cenerentole” a Grazzanise e, tuttavia, quelle che potrebbero una buona volta rafforzare il “peso del paese fuori paese”). Le “uova di leaders” che starebbe covando la classe politica in vista degli appuntamenti che verranno? Non sarebbero in coerenza col filo concettuale della ricognizione qui appena sommariamente tratteggiata. Ma ne riparleremo. Presto.
Raffaele Raimondo