Raimondo Cuccaro convoca dieci sindaci per stipulare un patto territoriale in difesa dell’ambiente

Raimondo Cuccaro convoca dieci sindaci per stipulare un patto territoriale in difesa dell’ambiente

PIGNATARO M. – Di seguito il comunicato stampa dell’Amministrazione comunale:

Il sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro ha convocato per il 29 luglio prossimo 10 sindaci per stipulare un patto territoriale in difesa dell’ambiente e per dare vita al programma denominato “Ambiente Insediativo 1 Piana Campana a dominante territoriale rurale-manifatturiera (ambito C6)”.

Ecco l’accorata missiva che la fascia tricolore di Pignataro ha inviato ai primi cittadini di Vitulazio, Bellona, Pastorano, Sparanise, Francolise, Carinola, Falciano del Massico, Cancello e Arnone, Grazzanise e Santa Maria la Fossa.

“Carissimi Colleghi,

com’è noto a voi tutti  la nostra Amministrazioine Regionale con L.R. 13.2008 approvava il Piano Territoriale Regionale (PTR).

Nel Documento di Piano è prevista, tra l’altro, l’articolazione territoriale regionale  in cinque quadri di riferimento fra i quali, nel terzo, sono previsti 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) come matrice strategica di pianificazione, programmazione e coordinamento dello sviluppo.

Di questi Sistemi l’unico della nostra provincia in Ambiente Insediativo n. 1 Piana Campana, a Dominate territoriale   rurale-manifatturiera,  è il C6,  che individua  i nostri undici comuni come unità territoriale.

La nostra Amministrazione Provinciale, con delibera di C.P. n. 26 del 20.04.2012, approvava il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale(PTCP), recependo, tra l’altro, quanto il PTR aveva previsto per il nostro territorio.

A seguito dell’approvazione del Documento Strategico Regionale (DSR) per la politica di coesione 2007/20013(DGR 1042/2006) e del Programma Attuativo Regionale(PAR) FAS 2007/2013 venivano  previsti gli Accordi di Reciprocità(AdR) quali strumenti di attuazione degli stessi Piani.

Sulla base di queste previsioni, nel secondo semestre del 2009, veniva definito il Disciplinare (DGRC n. 1291 del 31 luglio 2009) e poi l’Avviso Pubblico(AGC 03 – D.D. n. 534 del 10.09.13).

Le Amministrazioni Comunali dei nostri comuni, a seguito dell’istituzione di un Tavolo di Intesa, aderirono a tale iniziativa sviluppando uno studio di fattibilità ed un progetto preliminare di un Polo Agroalimentare, con la previsione di strutture ed infrastrutture (Centro di Ricerca Agroalimentare, laboratori di analisi, Centrale del Latte, Museo dell’Agricoltura, Mercato Ortofrutticolo e dei Prodotti Zootecnici, ristrutturazione di strade rurali)  per un investimento di circa 70 milioni di euro.

Al tavolo parteciparono anche le Entità di valenza economico sociale( Amm.ne Provinciale, Associazioni di Categoria, Sindacati, università, banche, ecc.) con l’apporto di un importante contributo.

Tutti gli Attori di questo Tavolo durante tante e lunghe discussioni addivennero all’approvazione del progetto ritenendo che allo stato, alla luce delle condizioni  produttive e tanti altri fattori, fosse stato il volano dello sviluppo sostenibile dei nostri territori.

Si prese anche atto del fatto che l’istituzione dell’STS C6( agricoltura e industria manifatturiera) da una parte contemplava condizioni ambientali “ ancora” compatibili con una agricoltura, intensiva o meno, di qualità, dall’altra creava il presupposto obbligatorio per una particolare difesa dell’ambiente, stante anche condizioni di fatto (Centrale Elettrica di Sparanise, Centrale a Biomasse di Pignataro, discariche di S. Maria La Fossa ed altri impianti, industriali o meno, con un certo impatto ambientale) di rilevante peso sotto questo aspetto.

Questo progetto fu presentato alla fine del 2009 con sicure possibilità di finanziamento. Ma, come sappiamo, le vicende politico-amm.ve dell’anno successivo(cambio dell’amm.ne regionale ecc.) resero vano tutto il lavoro svolto.

In ogni caso, dopo l’esperienza di altri strumenti di sviluppo quali Patti Territoriali PIT ecc.  che, senza una precisa definizione di obiettivi, criteri, base territoriale ecc. , non avevano dato i risultati

sperati, è stata la prima volta, nella nostra storia, che abbiamo ragionato in termini di difesa del territorio prendendo atto, a “ragion veduta”, che ogni scelta, anche di un singolo comune, che

compromette le condizioni ambientali, danneggia “direttamente o indirettamente” anche gli altri vicini e lontani del STS C6 e di altri Sistemi.

Attualmente, nella ex Area Pozzi del vicino comune di Calvi Risorta (STS A10 – Ambiente Insediativo n. 08 Media Valle del Volturno – Dominante territoriale naturalistica), il cui territorio è letteralmente incuneato nel nostro Sistema C6, sono in atto le procedure amm.ve e tecniche  per l’insediamento di una centrale a biomasse con digestione anaerobica della FOS (frazione organica stabilizzata a seguito di trito-vagliatura dei RR.SS.UU.) .

Questo impianto, in teoria, non dovrebbe dar luogo a problemi rilevanti, ma in certe fasi (introduzione della FOS, rimozione del digestato, rimozione dei fanghi di depurazione ecc.) vi sarebbero sicuramente gravi rischi  per la salute delle popolazioni circostanti dei centri abitati di Sparanise, Calvi Risorta e Pignataro e delle case sparse della vicina Francolise (fosse anche per le sole esalazioni maleodoranti). Inoltre, a fronte dei circa 7-8.000 mq che servirebbero all’effettuazione del ciclo produttivo, il privato in questione avrebbe a disposizione altri 40.000 mq che, in momenti di crisi o delle immancabili emergenze, diverrebbero stoccaggio provvisorio del meteriale organico e non in entrata e/o in uscita. Quindi è verosimile il concretizzarsi di un paesaggio e le ben note condizioni ambientali che per le emergenze che dal 1996 ad oggi si sono verificate nei comuni di S.Maria La Fossa: (discariche di Parco Saurino 1 e 2 e Ferrandelle) – che pure fa parte del nostro STS C6 –  e S. Tammaro (discarica Maruzzella).

Anche i suoli in questione non possono accogliere alcuna struttura atteso che, quasi certamente, i terreni sono stati oggetto di sversamenti abusivi di materiali, anche pericolosi, tossici e nocivi, pervenienti dalla dismessa Iplave Pozzi. E per tale questione lo scrivente ha già dato luogo a comunicazione alle Autorità  competenti (ARPA, ASL, Procura della Repubblica ecc.) atteso il certo riscontro della violazione, sotto vari aspetti,  del D.L.vo 152/2006 e ss.mm.e ii. (VIA, bonifica dei suoli ecc.).

Rimane ovvio che il verificarsi di una situazione del genere, oltre che contrastare nettamente le normative previste nel PTR e nel PTCP, rappresenterebbe anche il definitivo “ colpo di grazia” alle prospettive di sviluppo economico e sociale del nostro territorio. Infatti non si comprende come, in condizioni ambientali compromesse, gli enti sovraordinati possano programmare e sviluppare piani, programmi e misure di finanziamento per  devastanti  impianti di rifiuti.

Ecco perché, memori anche delle battaglie vincenti del 2007-2008 con le quali sventammo l’insediamento delle discariche “ Aria Nova” e “Carabottoli”, dobbiamo oggi, con maggior vigore, organizzarci e sventare anche questa “calamità”.

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