PIGNATARO M. – Pubblichiamo il comunicato stampa del centro sociale “Tempo Rosso” sui recenti avvisi di garanzia notificati a otto persone, per le contestazioni a Zinzi junior nel corso dell’ultima campagna per le elezioni politiche. Non rivanghiamo i fatti già riportati in un precedente articolo, né entriamo nel merito delle considerazioni che, dal loro punto di vista, i militanti del centro sociale rivolgono alle forze dell’ordine. In questa sede ci preme portare brevemente l’attenzione su questioni professionali. Sappiamo benissimo che scribacchini corrotti, che si sono svenduti alla camorra e alla politica, o i mille dilettanti allo sbaraglio proliferati in modo esponenziale anche con gli organi di informazione locali (alcuni dei quali hanno capitalizzato economicamente la loro “serva” ignoranza professionale), hanno fatto perdere qualsiasi credibilità alla categoria. Iscrivere nel registro degli indagati un giornalista che sta svolgendo “sul campo” il proprio lavoro, semplicemente perché era troppo vicino al teatro dei fatti, però, sembra – oggettivamente – una esagerazione. Lo sappiamo che anche le forze dell’ordine ormai sono abituate ai giornalisti da scrivania o, al massimo, a quelli che aspettano la telefonata del maresciallo dei carabinieri di turno, per esaltarne le gesta e prostrarsi come uno zerbino, ma fortunatamente – almeno per i lettori – non esiste soltanto questa categoria di larve scriventi. Speriamo le forze dell’ordine abbiano confuso “incidentalmente” il giornalista con i manifestanti (anche se riesce difficile crederlo, vista la fama che precede Enzo Palmesano, soprattutto tra gli organi di polizia giudiziaria locali). Ad ogni modo, auguriamo a tutti gli indagati di poter chiarire la propria posizione. In fondo la contestazione a Zinzi junior era soprattutto una protesta contro il gassificatore, uno dei tanti ecomostri che avrebbe operato democraticamente: colpendo manifestanti, giornalisti e pure le forze dell’ordine. Concludiamo rassicurando i soliti invertebrati che ribatteranno alle nostre considerazioni per difendere qualche “amico fraterno” dell’Arma, le forze dell’ordine ci rappresentano in ogni momento e a loro dobbiamo la nostra incolumità come cittadini e come professionisti. Detto ciò, ecco la nota del “Tempo Rosso”:
Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto alcuni avvisi di garanzia aventi ad oggetto le contestazioni a Giampiero Zinzi, figlio del presidente della Provincia di Caserta Domenico, avvenute durante l’ultima campagna elettorale. Come centro sociale avevamo annunciato che non avremmo permesso agli sponsor del gassificatore, che la famiglia Zinzi voleva imporre alla città di Capua e alla provincia di Caserta, di riproporre le solite nauseabonde campagne elettorali fatte di vuote promesse e clamorose prese in giro per i cittadini. I Zinzi, esponenti dell’UDC, partitucolo ormai inesistente a livello nazionale, in provincia di Caserta rappresentano uno di quei blocchi di potere clientelare, contiguo all’affarismo più spietato e delinquenziale, che siamo decisi a contrastare in ogni luogo e senza paura alcuna. Questa è la nostra terra e non permetteremo più a nessuno di continuare ad umiliarla! Gli avvisi che ci sono stati notificati rispondono, come sempre, ad una logica intimidatoria tipica della Questura di Caserta, secondo cui chi scende in piazza è automaticamente un criminale. Così, nel calderone del copia e incolla degli esperti della scientifica, è finito anche un giornalista presente esclusivamente per fare il proprio mestiere (a chi da fastidio la libera informazione a Caserta?) e persino una persona non presente all’iniziativa. In particolare, le denunce agli assenti sono una pratica ricorrente che la dice lunga sulla professionalità e la serietà di poliziotti che operano in uno dei territori a più alta presenza criminale al mondo. Chissà se quando non devono difendere i politici corrotti hanno il tempo per preoccuparsi della camorra.
Bene, se lo scopo era quello di intimidirci sono ben lontani dall’esserci riusciti. Quanto ai politicanti di ogni ordine e grado, agli speculatori, ai capitalisti con la pistola in tasca e agli uomini in divisa che gli offrono protezione a nostre spese vogliamo solo dare un consiglio: come i romani usavano indicare sulle mappe le zone che non potevano essere conquistate, così, d’ora in avanti, mettete un segno sull’Agro Caleno: Hic sunt Leones! Qui stanno i leoni, qui vivono i ribelli!
c.s.o.a. Tempo Rosso