Ormai cade a pezzi “l’edificio” del primo cittadino bellonese. Un edificio costruito con la collaborazione di tanti compagni di cordata e che, a causa degli atteggiamenti da padrone e dal doppio gioco, ha cominciato a scricchiolare fin dalle fondamenta. Coloro che furono gli attivi collaboratori, vistisi estromessi, hanno preferito correre da soli in un cielo sereno, privo di malafede ed egoismo. Ed è bello vederli per le strade di Bellona, come è accaduto Domenica 18 marzo scorsa, circondati da tanti concittadini che esprimono tutta la loro solidarietà, felici e sereni di stringere la mano a tutti ringraziando per la vicinanza e per gli auguri di un clamoroso risultato che possa restituire ai bellonesi il senso della vera democrazia, abbattendo un castello fatto di boriosità e assolutismo. Tra i tanti commenti riportiamo quello di un elettore bellonese che così ha commentato la storica spaccatura: “Dopo duemila anni si è di nuovo verificato ciò che disse Gesù la sera dell’ultima cena: “In verità vi dico, uno di voi mi tradirà”. E anche nel 2012 è stata tradita l’amicizia e la fedeltà dei compagni di cordata come Pasquale Di Febbraio, Massimo Salerno, Domenico Valeriani, Giuseppe Iorio, Pasquale Giudicianni e Filippo Abbate i quali, dopo aver dato tutto il loro assiduo impegno, si sono visti estromettere da Giancarlo Della Cioppa, novello dittatore che ha preferito apparire e non essere, un gesto che ha suscitato biasimo, meraviglia e sorpresa tra i cittadini.” Alle parole dell’elettore fanno eco quelle di un noto professore locale che aggiunge: “Mi illusi quando credevo che i miei insegnamenti avrebbero dato buoni frutti. Oggi devo riconoscere di aver seminato in un terreno arido dove il buon seme dell’amicizia non ha attecchito. Un vergognoso tradimento ricco di irriconoscenza e di doppio gioco! Adesso al sindaco Della Cioppa non resta che recitare il “mea culpa” per i suoi imperdonabili errori, primo fra tutti quello di aver sempre sottovalutato i suoi collaboratori. La vanità e la sete di potere fanno questo ed altri scherzi! Un voltafaccia che tra gli elettori bellonesi sta suscitando molto risentimento”. E il professore così conclude: “Chi è artefice del proprio destino pianga se stesso!”
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