CALVI R. – Poco più di un anno fa, e precisamente il 1° giugno del 2012, veniva inaugurato in località Cortemanne, nella fraz. di Visciano di Calvi Risorta, il Parco Caleno intitolato alla memoria dell’appuntato Giovanni Pepe “vittima del dovere”, deceduto, in provincia di Campobasso, in un conflitto a fuoco il 1 giugno 1982. Su un terreno confiscato alla camorra e affidato al comune come bene indisponibile, furono spesi ben 630 mila euro per la realizzazione di un parco che doveva essere fruibile da tutta la cittadinanza.
“Come spesso accade”, afferma rammaricato il Dott. Marrocco, “dopo l’entusiasmo iniziale da parte dell’amministrazione a provvedere al diserbo e alla manutenzione, (con la presenza di un custode!!!) oggi ci troviamo di fronte ad uno spazio verde (e non è l’unico, purtroppo…) lasciato in uno stato di abbandono e di degrado assoluto, aiuole e fioriere si sono trasformate quotidianamente in ricettacoli di rifiuti di ogni genere, erba incolta, assenza di manutenzione… le piante avrebbero bisogno di essere innaffiate e potate con continuità, l’erba rasata con diligenza. E’ una vergogna! Il parco, simbolo della legalità, (chi non ricorda l’entusiasmo della cerimonia di apertura…) oggi, abbandonato a se stesso, gode di cure scarse e sporadiche. Dalle immagini è possibile vedere inoltre in che stato vertono i bagni (quelli accessibili, ovviamente, in quanto il bagno per i portatori di handicap è chiuso, per cui inutilizzabile) e quello che rimane del chiosco. Di conseguenza malgrado sia estate non vi è traccia di bambini che giocano o di anziani che si godono la frescura di questo spazio verde ridotto ormai ad un letamaio”.
“Un’immagine di incuria che di certo non giova al nostro paese” , prosegue il consigliere Nicola Cipro, “e che si va a sommare ad altre incresciose situazioni presenti sia in zone periferiche, come la strada comunale di accesso all’Antica Cales, per esempio, che in zone centrali, come gli edifici scolastici o il depuratore di Petrulo, divenuto una vera e propria discarica abusiva, nascondiglio di ratti e di serpenti, nonché pericoloso, perché incustodito, con un cancello oltretutto aperto. Eppure se la memoria non ci inganna dagli elenchi degli amministratori c’era parso di scorgere la presenza di un “assessore al verde”, alla cui capacità gli ignari cittadini avrebbero affidato le loro speranze per avere una cittadina più vivibile. Ma…nonostante le continue segnalazioni, tutto rimane nell’indifferenza. E ad oggi, ciò che rimane è l’evidente squallore che testimonia un’incuria generale da ricercare in quelle facce che, dopo il voto, sono sparite nelle stanze del Comune”.
Luciana Antinolfi